Processo
Testo recuperato di: Non riesco a considerarla una vittoria ... del 18/03/2003
Carissimi,
alle 0.30 mi sono collegato al sito e non ho più trovato il mio messaggio, "Non riesco a considerarla una vittoria ..." forse una bozza l´avrei trovata in qualche floppy ma ancora una volta ho ricevuto conferma che i nostri Cari ci sono vicini, ho inserito un messaggio di rammarico nel forum e subito mi è arrivato un sms, una persona che definirla speciale è davvero riduttivo mi ha inviato il testo del messaggio.
Grazie di vero cuore.
Testo del 18/03/2003
Non riesco a considerarla una vittoria poichè ritengo che nella nostra tragedia noi, nostro malgrado, siamo e saremo sempre perdenti dato che i nostri Cari non li potremo riabbracciare.
Non credo sia per pessimismo ma è quello che provo ma provo anche soddisfazione per i tempi brevi in cui si è svolta la parte preliminare del processo e per il fatto che il rinvio a giudizio degli 11 imputati ha confermato la correttezza delle imputazioni.
Certo è che la Verità e la Giustizia ci sono dovute.
Il giorno seguente all’ultima udienza preliminare, venerdi scorso, leggendo i vari giornali mi ha colpito la notizia che c´è anche una probabilità che il processo debba ripartire dall´inizio, e visto che quanto detto nell´Assemblea del Comitato di far fronte alle offerte non è stato rispettato da diverse parti, (cosa è servito fare quell´Assemblea?), non so come procederà il processo.
Rispondo al messaggio di Paolo-2:
Innanzitutto chiunque scrive in questo forum è giusto che sottoscriva il suo pensiero con nome e cognome.
Il suo messaggio mi ha disturbato non poco, come si fa a fare un simile paragone, un aeroporto non è una strada altrimenti che senso avrebbe l’esistenza di tutti gli enti, il lavoro di tutte le persone, i costi di tutta la tecnologia che gravitano attorno alla sicurezza dell’aeroporto?
Le sottopongo alcune domande di cui mi piacerebbe ottener risposta:
Perchè un pilota non abilitato con un aereo con una tecnologia insufficiente per operare in quelle condizioni è stato autorizzato a muoversi?
A chi competeva verificare le abilitazioni?
Perchè non si sono rispettate le procedure dovute in quelle condizioni (CAT3)?
Quanti aerei si muovevano contemporaneamente?
Perchè il radar è stato tenuto negli scatoloni per 4 anni?
Perchè le segnalazioni e la segnaletica non erano a norma?
Perché in tutto l’aeroporto solo 2 erano le stop-bar correttamente funzionanti?
Perché sul raccordo R6 non vi era nessuna stop-bar (secondo le norme la stop-bar deve essere gestibile dalla torre di controllo)?
Perchè arrivato al bivio al pilota del CESSNA si presentavano dal lato sbagliato, e quindi inducendolo in errore, le luci verdi accese?
Perchè il capo torre di controllo non era al suo posto?
Perchè il controllore non capisce dov´è il segnale S4?
Perchè sono stati disinseriti i sensori anti intrusione nella pista principale?
Perchè ai piloti del CESSNA non è stata fornita una piantina corretta?
A che anno risaliva la piantina che avevano in dotazione in cui erano presenti anche note fuorvianti?
La posizione dell’hangar era corretta?
Perchè tra gli svariati scioperi del personale aeroportuale non se ne son fatti per richiedere maggior sicurezza? Sicuramente loro erano a conoscenza della situazione presente.
Ho anche letto di un’inchiesta in corso sull’assenteismo del personale, alcune persone che durante l´ora di servizio giocavano a calcetto!!!
E poi c´è anche il caso di una persona che ha falsificato un documento importante ai fini processuali per poi scusarsi con un "non è nel mio carattere"!!! (leggere i giornali del venerdi).
C’è anche da considerare che solo 1 dei 10 imputati è stato presente al processo.
Se come lei dice ci sono altri responsabili in quanto accaduto, è giusto che emergano anzi mi aspettavo proprio questo dall´udienza preliminare che emergessero tutte le responsabilità in modo da comprendere il “perché” è potuto accadere, ma ho visto che il tutto si è ridotto ad un misero scaricabarile non si è fatto altro che dimostrare la pochezza umana.
Una tragedia del genere al giorno d´oggi che non si parla d´altro che di sicurezza sul lavoro, legge 626 ecc. fa veramente comprendere la negligenza e l´imperizia di coloro che l´hanno provocata, a che serve teorizzare, scrivere norme, manuali se poi nella pratica non si applicano???
E´ facile fare congressi per dire quanto si è bravi!
Sappiano i responsabili di quanto avvenuto che non hanno rovinato, se non distrutto, la vita di sole 118 famiglie ma di molte e molte più.
Per concludere aggiungo alcuni punti della relazione tecnica relativi alla situazione che si son trovati a far fronte i piloti del CESSNA:
1) La mappa dei percorsi di rullaggio nel piazzale ATA pubblicata sulla carta di rullaggio di cui disponevano i piloti (Jeppesen 20-9B) non corrispondeva all’effettivo stato delle tracce al suolo;
2) Le tracce (gialle) erano piuttosto deteriorate e parzialmente cancellate con vernice nera, la stessa che copriva anche tratti di un vecchio tracciato, poi cambiato;
3) La ridottissima visibilità costringeva i piloti del Cessna a concentrarsi sulla visione esterna per non perdere il contatto visivo con la traccia gialla al suolo;
4) L’angolo di obliterazione della visione verso il basso (Cut-out angle) dal posto di pilotaggio di sinistra (dove era presumibilmente seduto il pilota che effettuava il rullaggio) consentiva di vedere il suolo nel senso del moto del velivolo Citation CJ2 solo al di là della distanza di 8 metri dal punto d’osservazione e quindi, a causa della fitta nebbia, il segmento di suolo visibile dai piloti era ulteriormente ridotto così che essi avevano pochi secondi per interpretare e seguire le linee di guida al suolo;
5) Le scritte di discriminazione tra R5 e R6 verniciate sul suolo subito dopo il bivio del tracciato erano piuttosto deteriorate e realizzate con caratteri “spezzati” (fuori standard ICAO) e orientate obliquamente rispetto alla direzione di avvicinamento così da renderne ancora più problematica la interpretazione;
6) Le luci di rullaggio del raccordo R6 erano accese, visibili ben oltre il raggio visivo entro il quale erano visibili le tracce verniciate, mentre non potevano essere in vista le luci del raccordo R5, il che poteva aver generato la convinzione nei piloti di essere sul percorso autorizzato, considerando che normalmente l’illuminazione a luci verdi di una via di rullaggio ne consente inequivocabilmente l’utilizzazione.
Concludo ribadendo che il paragone della Ferrari senza catene in montagna mi risulta del tutto inaccettabile per non dire di cattivo gusto.
Un saluto a tutti.
Giorgio Picciriello - 21/03/2003