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delucidazioni
Salve a tutti,vorrei porre alcune domande che da un pò mi stanno assillando, vorrei sapere perchè non è stato fatto niente da parte del comitato per dare un supporto alle indagini?
Ho rivolto questa domanda a tutto il comitato in una precedente riunione, ma ad oggi 18 luglio non ho avuto ancora nessuna risposta.
Se ben ricordo quando è nato il comitato le intenzioni erano quelle di stare tutti uniti e andare avanti fino in fondo, è stata anche accumulata una certa cifra per provvedere alle necessarie spese.
L´unica cosa di cui sento parlare però è solo di risarcimenti più o meno congrui, come risultato è piuttosto deludente.
Adriano Martello - 18/07/2003
Risposte
- In relazione alla tua richiesta di delucidazioni, gradirei sapere su quale basi si fonda la tua certezza che nulla è stato fatto dal Comitato per dare un supporto alle indagini.
Ricordo che alla tua precedente richiesta ti sia stato risposto esaurientemente e non conprendo questo intervento.
Hai ragione nel dire che le intenzioni erano e sono a tutt´oggi quelle di stare tutti assieme....tutti assieme... e non solo alcuni.
Per quanto riguarda i risarcimenti non mi sembra che con te sia il caso di ritornarci.
.A buon intenditor....
Per quanto riguarda quanto "accumulato" dal Comitato con tanta fatica, dai volontari che vi si dedicano, i conti sono a disposizione di tutti per controlli e ragguagli.
Il Presidente - 18/07/2003
- Ripropongo la domanda, cosa è stato fatto da parte del comitato per dare un supporto ai p.m. nella ricerca di ulteriori responsabili o responsabilità inerenti all´incidente in cui perirono i nostri cari?Non mi risulta che sia stato dato mandato a qualche tecnico del settore, e se fosse, perchè non siamo stati informati (non mi dire che i tecnici del monitoraggio aereoporti da me suggerito è una risposta esauriente).E´ vero che io sono un buon intenditore, ma tu dovresti spiegare a tutti come mai dopo " tre giorni" dalla mia chiusura dieci delle undici persone difese dal tuo avvocato hanno fatto altrettanto? Non è forse vero che queste decisioni vanno prese con ponderazione? Vuoi dire che sei stato preso dal panico, no caro Pettinaroli, Voi eravate perfettamente a conoscenza della situazione (ti ricordi la telefonata fatta da Roma). Per quanto riguarda il fondo accumulato con tanti sacrifici visto che dal mio punto di vista non è stato fatto niente per il penale, si poteva almeno dare per natale "dei panettoni" alle famiglie che ne erano sprovviste. Sempre a tua disposizione per ulteriri delucidazioni Adriano Martello.
Martello Adriano - 19/07/2003
- Ripropongo la risposta:
Probabilmente non mi sono spiegato bene.
Le tue richieste di delucidazioni hanno ricevuto le dovute risposte durante il Comitato direttivo al quale tu hai partecipato con il tuo avvocato. Mi spiace se non le hai capite.
Per quanto riguarda l’informazione a tutti i soci dei tecnici scelti, attendiamo che gli avvocati dei pochi famigliari che sono ancora nel processo prendano le loro decisioni definitive. Comunque il tecnico principale è già stato ingaggiato da almeno sei mesi, come tu ben sai.
Le chiusure a cui tu ti riferisci, mi risulta siano state effettuate almeno 6 settimane dopo la tua e se sono state fatte, è proprio grazie al fatto che tu sia stato il primo ed hai rotto l’argine. (cosa che personalmente ritengo molto grave).
Giustamente queste cose vanno prese con grande precauzione.
In relazione al fondo, ti confermo che è di proprietà di tutte le famiglie delle vittime e chi ne ha bisogno può farne richiesta ed ottenere dei prestiti.
Non avremmo risolto nulla inviando i panettoni a Natale.
Se hai buoni consigli da dare, come sei stato più volte invitato, ti prego di partecipare alle nostre riunioni mensili.
Ed ora basta, la sterile polemica che hai messo in piedi può fare solo del male al Comitato per non so quale recondito motivo. La chiarezza deve essere al di sopra di tutto.
Ti rinnovo l’invito a partecipare al consiglio e di adoperarti in prima persona a risolvere eventuali problemi che tu vedi.
Questa è la mia ultima risposta
Cordialità
Paolo Pettinaroli
Il Presidente - 19/07/2003
- Come già ho avuto modo di ampiamente illustrare verbalmente al Sig. Martello il Comitato presieduto da Paolo Pettinaroli non è costituito parte civile nel processo penale perché non poteva esserlo essendosi il Comitato costituito dopo la verificazione dell’incidente aereo.
E per tanto il Comitato direttamente o indirettamente non può esercitare nessuna azione legale di ausilio alle attività istituzionali del Pubblico Ministero, non essendo parte del processo penale.
Lo stesso diritto non spetta al Sig. Martello che da tempo è stato risarcito ed è quindi soggetto giuridicamente estraneo al processo penale.
Nessun diritto o iniziativa lo stesso signore può far valere direttamente od indirettamente nei confronti del Pubblico Ministero, delle altre parti e del Collegio giudicante.
L’esercizio dell’azione civile nel processo penale è per tanto limitato a quei soggetti, come Paolo Pettinaroli che, non avendo transatto sul danno (come invece avvenuto per il sig. Martello) mantengono intatti i loro diritti e facoltà di legge atte a presentare sollecitazioni ed istanze al P.M., al Tribunale dirette ad eventualmente integrare il materiale probatorio che dovrà portare alla condanna dei responsabili del tragico incidente.
Tutto ciò detto e chiarito è evidente che ogni e qualsiasi responsabilità in ordine alle strategie difensive in ordine alle parti civile rimaste nel processo, ad oggi anche con grave sacrificio patrimoniale, compete solo ed esclusivamente alle parti civili stesse ed ai loro difensori senza possibilità di interferenza alcuna da parte di soggetti non legittimati, quali ad esempio il sig. Martello.
Ritengo con ciò di aver posto in evidenza la assoluta sterilità ed inutilità della polemica verbale ingiustamente intrapresa dal predetto sig. Martello nei confronti del Comitato e del suo Presidente che tanti meriti hanno acquisito senza necessità ora di doverli partitamene elencare a tutte le persone partecipi delle iniziative del Comitato e vicine allo stesso.
Avv. Paolo Dondina
Avv. Paolo Dondina - 27/07/2003
- Egrgio avvocato Dondina, La leggo sul sito dell´associazione in mia risposta e per il vero mi sfugge a quale titolo intervenga; non è tuttavia sostanzialmente rilevante ed allora trascuro di soffermarmi sull´oppurtunità della Sua iniziativa e, chiamato, chiarisco. Mi colpisce del Suo pensiero, oltre al tono, principalmente il contenuto, che così riassumo: Martello ha preso i soldi- "da tempo" - cosa vuole ancora? Martello vorrebbe, caro avvocato, quello che non potrà mai più riavere e che nulla può sostituire: nemmeno i soldi, nemmeno tanti o di più, nemmeno presi, appunto, "da tempo". Non credo Lei desiderasse compilare una graduatoria di merito dei parenti delle vittime impiegando come misura della sofferenza la rapidità o meno di accesso al risarcimento e l´entità dello stasso. Ho capito che i soldi pagano il dolore, perchè non v´è altro rimedio, e che il superstite risarcito non è tecnicamente legittimato a svolgere nel procedimento penale diverse istanze, che competono in via esclusiva all´autorità giudiziaria. Ma credevo pure, avendolo letto nello statuto, all´art. 3, che "L´associazione ha lo scopo di accertare la verità e quindi le responsabilità civili e penali". Mi era parsa, nella tragedia, un´idea intelligente ed efficace, ambiziosa ma possibile, ancorchè fosse noto che l´associazione non poteva vantare una legittimazione propria.
Provo a spiegare come l´avevo immaginata. Finanziata dagli associati e da terzi l´associazione doveva individuare degli avvocati, designati collegialmente e legittimati da mandati diretti o come sostistuti processuali "istituzionalizzati", che in civile ed in penale, coordinassero i rapporti tra le parti e seguissero i processi praticando strategie programmate, esemplifico: attività di informazione e confronto, anche con altre associazioni già esistenti e che rappresentano interessi collettivi, opposizioni a richieste di archiviazione, nomine di consulenti tecnici, indagini difensive, costituzioni di parte civile, chiamete in causa dei responsabi civili ecc.
Mi pareva che così operando, ed il catalogo è incompleto, ogni singola famiglia potesse considerare le intime ragioni del risarcimento, in questi casi assai spesso estranee e valutazioni speculative o imprenditoriali, conservando la vitale consapevolezza di aver utilmente partecipato al cammino della giustizia, straziante ed insieme prezioso tributo per i nostri cari e non solo. Non ero motivato da intenti di arricchimento, spettacolarizzazione o propaganda, bensì da quella sobria ed anscalfibile tenacia che più decorosamente si accompagna al dolore. Oggi, invece, il processo penale difetta di un qualsiasi nostro efficace contributo, che ripeto mi sembrava possibile ed importante, e se chiedo ragione mi si replica sindacando le scelte mie e della mia mia famiglia, esattamente il contrario di quanto si voleva, poteva e doveva fare.
Deluso porgo distinti saluti.
Adriano, Carla e Mara Martello anche per Matteo - 01/08/2003