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Messaggio per...
a Voi tutti, scusateci per non essere riusciti nel nostro scopo.
Oggi rivedendovi raccolti prima in Chiesa e poi nel vostro bosco, ho ripreso a ripensare a quei giorni, ma per la prima volta mi sono soffermato a quel giorno. Un pensiero che cercavo di non riporatare mai distintamente alla mente, stemperandolo su un periodo lungo. Non riuscivo a stare seduto al mio posto, sulla panca, come non ci riusci a stare lo scorso anno in Sant´Ambrogio e soprattuto come non ci riuscì in Duomo, pochi giorni dopo il disastro. Come in quelle due occasioni mi sono messo vicino ai miei ragazzi ad osservarvi, a riconoscervi a ricordarmi. La vostra tragedia non è la prima che ho vissuto, non è stata l´ultima e so che purtroppo non sarà l´ultima che vivrò, spero che non siano più aerei, ma se ripenso a Baghdad e ripercorro indietro le tappe del mio lavoro, fino ai monti irpini dove 23 anni fa iniziai questo strano mestiere, non provo mai l´effetto di dolore, ne d´impotenza che provai, nello stare con voi quella giornata dell´8 ottobre di due anni fa, al Circolo Ufficiali, quando tutti eravate lì, con la giusta speranza che l´unico sopravvissuto di quella immane tragedia fosse il vostro caro. Prima di raggiungere il Circolo ero stato al toboga e poi ero passato dall´hangar dove si portavano le salme. Sono reestato in quell´areoporto giorni e poi in prefettura, altri giorni ancora. Non ho fatto nulla di diverso da quello che faccio in ogni emergenza di questo Paese,...parto con i miei uomini e le mie donne e mi metto a lavorare, ma quella volta la differenza era forte e palpabile: Siamo corsi lì per salvare delle persone, ...siamo riusciti a vederne salvo uno solo...troppo poco,...maledettamente troppo poco. Posso però dirvi che in ventitre anni di emergenze nazionalie internazionali, non sono mai stato testimone di una capacità e di una volontà come la vostra di restare unitì e di essere propositivi. So il costo di dolore che in voi produce, ma se volete che noi gente del soccorso, restiamo forze di presidio e non di intervento, non dovete arrendere mai e perseverare nel vostro intento, tutti insieme, solo così obbligherete tutti a rendervi giustizia, ama soprattutto a migliorare. Siate costruttori di un virtuoso percorso sulla sicurezza aerea. Milano, quando ero ragazzo visse un evento meno brutale ma estremamente inquietante: Seveso, da lì dalla coscienza colletiva e dall´impoegno di molti è nata tutta la normativa sui siti a rischio industriale, da l´ naquè la prima direttiva europea, detta "direttiva seveso". Continuate perchè possa nascere qualcosa dalle ceneri di quel toboga. Se avrete bisogno di una mano sapete che noi ci saremo sempre.Alberto A. A. Bruno - 08/10/2003Risposte
- Caro amico, grazie ancora una volta per essre stato con noi oggi. La Sua presenza e quella dei suoi colleghi e sempre rassicurante ed importante per noi.
Grazie per la Sua offerta di aiuto. Potremo lavorare assieme per far si che quanto Lei ha vissuto due anni fa, non lo debba più rivivere. Da tutti noi un abbraccio a tutti voi della Croce Rossa Italiana.
Palolo Pettinaroli - 08/10/2003
- Leggo ora il vostro messaggio e vi scrivo tra le lacrime... Avete scritto parole bellissime e io sento di dovervi dire grazie! Oggi ho visto negli occhi di tutti voi il dolore per quello che avete dovuto vedere e fare. Ho immaginato a quanto possa essere stata dura. Vi ammiro tanto per quello che fate e vi ringrazio perchè siete riusciti a resituirmi quello che per me era diventato di primaria importanza: Il Corpo di mio Padre! Chi ha vissuto quei momenti sa quanta importanza aveva per noi avere un corpo da vedere l´ultima volta, da seppellire e quanta sofferenza hanno dovuto passare coloro ai quali questa "opportunità" non è stata concessa. Grazie!
Io sono giovane, ho solo 24 anni, ma prometto a Mio Padre per primo, ai suoi 117 compagni e a tutti voi che mi impegnerò al massimo per aiutare il Nostro Comitato a perseguire i suoi obiettivi perchè ho creduto nella sua importanza sin dal primo momento! Grazie ancora.
Francesca - 08/10/2003
- Non ci conosciamo o forse si ma non mi ricordo, ho visto tanta di quella gente da quel giorno che a volte faccio fatica ad associare il nome ad una facccia. Mi chiamo Gabriella, ho 29 anni e due anni fa ho perso Andrea, mio marito ed il compagno della mia vita...E´ stata dura, è dura...ancora oggi sono incredula davanti al fatto che sia accaduta una cosa del genere e che sia accaduta anche a me. Ho letto il messaggio anche io tra le lacrime, perchè ho vissuto una parte di questa tragica vicenda e ho un grande senso di colpa per non essere stata lì sul posto, per non aver potuto far niente per salvare la vita al mio Andrea e alle altre persone che lo hanno accompagnato nell´ultimo viaggio. Ero lì aggrappata alla rete di recinzione dell´aereoporto inerte ed impotente davanti a quell´immagine agghiacciante, da film dell´orrore...mi hanno strappata di lì e portata via, mentre l´unica cosa che avrei voluto era essere al vostro posto e essere lì con voi ad aiutarvi per fare il possibile, per salvare il salvabile...Non è stata colpa vostra, avete fatto davvero tutto ciò che era possibile...Come ha detto Francy ci avete ridato i loro corpi, la possibilità di vederli l´ultima volta e di portarli a casa...Certo li avremmo voluti vivi e sorridenti, ma nella disgrazia quello che ci avete dato è stato molto importante. Quindi grazie di cuore per il vostro lavoro e continuate nei vostri propositi. Un abbraccio
Gabry - 09/10/2003