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Processo
La Giustizia
Non appartengo al comitato, ma Vi seguo fin dall’inizio e pur non avendo mai postato nulla penso d’aver letto quasi tutto ciò che è presente sul sito. Leggendo ho cercato di vestirmi dei vostri panni, ma onestamente non ci sono riuscito, il dolore, la pena provati erano troppo grandi; in virtù di questo ho apprezzato molto la compostezza , la dignità che avete dimostrato e silenziosamente sono stato al Vostro fianco mentre Voi chiedevate Giustizia. La “ G “ di Giustizia l’ho scritta volontariamente con la maiuscola poichè mi rifaccio alla definizione di Giustizia che recita:” Principio morale,virtù, consistente nel dare a ciascuno il dovuto, nel giudicare con equità.” Ed è in funzione di questa definizione che il mio cammino alcuni giorni fà ha cominciato a discostarsi dal Vostro, per l’esatezza nel giorno in cui fù messa in onda la prima trasmissione di Studio Aperto. Quel giorno e nei giorni seguenti ho cercato sul sito e nelle rassegne stampa la prova di una Vostra reazione; mi ha colto lo sconforto, quando, non ho trovato nulla!! Il perchè è semplice, il tentativo di depistaggio messo in piedi da chissà chi e chissà per quali motivi era talmente evidente che sono trasalito quando mi sono reso conto che stavate permettendo una strumentalizzazione del Vostro dolore per fini che nulla avevano a che fare con la Giustizia. Arriviamo al giorno della sentenza di condanna, tra me e me pensavo finalmente, forse verrà fatta Giustizia; ed invece ............... !! Non è possibile pensare che le responsabilità di un singolo operatore inserito in un sistema molto complesso ed ad alta potenzialità lesiva vengano giudicate maggiori di quelle appartenenti a coloro i quali quel sistema dovevano costruirlo,organizzarlo,sorvegliarlo mantenerlo vivo, funzionale e funzionante. E’ come pensare che lo scoppio di una centrale atomica sia colpa, prioritaria, di chi vi lavora in quel momento e non di chi l’ha progettata e costruita senza i necessari sistemi di sicurezza. Al solito, vengo sul sito, ed invece di trovare commenti in tal senso,come mi aspettavo, leggo di filippiche che sarebbe meglio esporre nei tribunali , di censure, di strategie difensive messe in atto dal controllore di volo..................... Ed io mi domando, ma la giustizia, quella con la G maiuscola, quella dignitosamente,giustamente, chiesta a gran voce che fine ha fatto. Anni di perizie, di indagini, il lavoro buono ma, a mio avviso, carente sotto alcuni aspetti ( possibile che la morte degli occupanti del Cessna valga come assoluzione di responsabilità per quelle che sono state evidentissime colpe da parte loro,possibile che nessuno mai li abbia, seppur con il dovuto rispetto per i morti , tirati in ballo ?) svolto dal PM , tutto finito nel cestino. E Voi, a cui la Storia, ha ormai affidato un ruolo più grande di quello di “ semplici vittime” ( mi scuso a priori per l’uso della parola- semplici -che non vuole offendere nessuno nè tantomeno ledere la sensibilità di chi ha già perso molto; mi serve però, per esprimere ed evidenziare un concetto ), ruolo del quale siete consapevoli visto che fra gli obiettivi che Vi ponete rientra la sicurezza dei voli, a chi cerca di farVelo notare rispondete in maniera sbrigativa, offesa; ma la cosa più triste è che la parola Giustizia non venga più menzionata. Personalmente ritengo che se il controllore di volo avesse voluto mettere in atto una strategia difensiva di tipo mediatico non avrebbe atteso la sentenza; sicuramente non gli sono mancate le opportunità in passato, anche solo per rispondere a presentazioni televisive pseudo giornalistiche con l’ambizione di travestire della spazzatura da scoop giornalistico. Per influenzare l’opinione pubblica, avrebbe potuto riferire prima, delle minacce ricevute nel corso del processo; minacce che sanno di vendetta, non di Giustizia. Non si può prima chiedere la Verità e poi in presenza di una sentenza, a mio avviso, ingiusta affermare : “Le colpe secondo me ci sono più o meno importanti, ma ci sono, sta al giudice a stabilirle ..........”; è troppo sbrigativo ed è lontano dalla moralità, dalla dignità e dalla fermezza nel chiedere Giustizia che Vi appartengono. La voglia di Giustizia, la ricerca della Verità, non possono limitarsi ad un compromesso del tipo meglio una sentenza ingiusta che niente. Il tirare in ballo, poi, episodi tipo i controllori che andavano a giocare a pallone in orario di lavoro, oppure il televisore, mi sembra fuori luogo. Poichè sono episodi gravi, perseguiti dalla Legge nei modi e termini previsti, ma che nulla hanno a che vedere con quanto è accaduto quella mattina. Anche perchè Zacchetti non stava guardando il televisore in quel momento, ma stava lavorando!! Trovo molto, troppo sbrigativo per chi asserisce giustamente di volere Giustizia affermare :” .Non giudico neppure la sentenza, .....................; ritengo però che possa servire come monito. Chi gestisce la cosa pubblica, a qualsiasi livello esso sia e qualsiasi siano le sue responsabilità ora sa che sarà chiamato a risponderne in caso di inadempienza, questo ci darà più sicurezza”. Com’è possibile affermare che un giusto monito o la sicurezza possano discendere da una sentenza che oltre ad aver ,stabilito la presenza di responsabilità, ( solo ad alcuni livelli poichè altri non sono stati sfiorati) afferma che le responsabilità dell’operatore sono maggiori delle responsabilità organizzative? Se fosse stato stabilito, che il controllore durante l’espletamento dei suoi compiti avesse volontariamente e per pure esigenze ludiche distolto la sua attenzione dall’importante lavoro che stava svolgendo, la pena che gli è stata comminata sarebbe stata, a mio parere, appena sufficiente; ma così non è stato!! Non è accaduto questo, quella mattina, l’operatore non aveva il microfono in una mano ed il telecomando nell’altra !! Termino qui il mio intervento, che avrei voluto fare in punta di piedi, per il rispetto che provo per i Vostri cari deceduti, per il Vostro dolore e per la greve consapevolezza ( essendo orfano ) di quanto possa essere pesante ,triste e dura la quotidianità affrontata in solitudine. Pronto a riaccostarmi silenziosamente a Voi, nel chiedere Giustizia quella con la “ G “ maiuscola, con rispetto Vi saluto. AnonimoAnonimo - 21/04/2004Risposte
- Dopo la lettera di Bruno, leggo la lettera di Anonimo. Non capisco che razza di intrigo ci sia dietro a tutto ciò, (o forse lo capisco molto bene). Cosa volete da noi? Pensate che noi possiamo perdonare e comprendere gli errori e la noncuranza che spesso (si dice) venivano commessi in torre? Dovevamo noi preoccuparci delle registrazioni che sono state trasmesse dalla televisione? Se qualcuno, come dite, si è preoccupato di farle trasmettere avrà avuto dei validi motivi. Ma a noi cosa importa. La realtà e che noi vogliamo giustizia e quella non verrà certamente da chi non fa altro che perorare cause gratuite e criticare chi ha lavorato con serietà alla ricerca delle responsabilità. Secondo me questi atteggiamenti non fanno che peggiorare la situazione di chi attraverso questi scritti cerca di migliorare la propria immagine.
Il presidente - 22/04/2004
- Volevo trasmettere, un´opinione, dei sentimenti, delle emozioni.
Il mio discorso si basava su dei principi; l´immagine non c´entra nulla.
Cordialmente Vi saluto.
Anonimo
Anonimo - 22/04/2004
- Vedo che cambiano gli interlocutori ma l´argomento è il medesimo.Sembra che tutti noi, con la sentenza emessa, si sia visto soddisfatto un presunto sentimento di vendetta.Non è così! Non mi fa per nulla piacere vedere per televisione il sig. Zacchetti che, a parer mio per comprensibile puro istinto di conservazione, si è creato inconsciamente una realtà sua che non prevede alcuna colpa o responsabilità.Questo atteggiamento, sempre secondo me, sta a dimostrare solamente che anche lui soffre e questo non può certo darci alcuna soddisfazione o gioia.Anche a mio parere le colpe di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza, perchè a questo scopo ricopriva importanti incarichi, sono superiori rispetto a quelle di chi, sempre secondo me, ha avuto un momento di confusione come può capitare a chiunque lavori.Il problema è che normalmente per chi svolge mansioni di minor responsabilità gli errori sono facilmente rimediabili mentre nella posizione di Zacchetti, o di chi per lui, gli errori portano a disastri irrimediabili.E´ per questo che non si può accettare l´idea che in quella torre di controllo ci fosse della superficialità.Le partite di calcetto e la presenza del televisore, cui lei sembra non dare importanza, sono invece sintomo gravissimo di mancanza di senso di responsabilità oltre che di assoluta assenza di etica professionale. Con tutto questo non intendo gettare la Croce addosso al sig. Zacchetti, avrei però preferito da lui un atteggiamento diverso, avrei preferito sentirgli dire "sono disperato, è stato un attimo di confusione".Non mi sarei più sentito di polemizzare. Invece ha preferito apparire addirittura come parte offesa.Mi auguro anche che ora cessino questi tentativi di difesa ad oltranza perchè penso che mantenere viva la polemica non giovi neppure al sistema nervoso del sig. Zacchetti.
Per quanto riguarda il pilota del Cessna, se di errore si è trattato, ha commesso solo quello di entrare nel corridoio sbagliato. Da quel momento ha puntigliosamente indicato la varie posizioni in cui si trovava. Ma non è stato fermato.
Mi chiedo se di errore si è trattato perchè ho letto che spesso, per risparmiare, i piloti privati percorrevano coscentemente la scorciatoia che prevedeva l´attraversamento della pista con il beneplacito e la tolleranza della torre di controllo.
E´ sempre andata bene, tranne quella volta che qualcuno ha dato il "via".
Giorgio Centonze - 24/04/2004