Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

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    I discorsi di Varallo

    Mi è stato chiesto di pubblicare le orazioni tenutesi a Varallo durante l´intitolazione del Largo Linate 8 Ottobre.

    Purtroppo il Sindaco ed il Parroco non hanno scitto i loro discorsi quindi posso pubblicare solo quello dell´ Avv. Ferraris, sindaco di Campertogno ed assessore della Comunità montana della Valsesia.

    Eccolo:

    Orazione trenuta presso la Collegiata di Varallo Sesia il 16.9.2006, in memoria delle 118 vittime del sinistro aereo occorso il l’8.10.2006.

    Famigliari delle vittime, autorità civili, religiose e militari presenti, mi trovo in questa sede per portarvi un triplice saluto. Il primo è quello di sindaco di un comune della valle; il secondo è in rappresentanza della Comunità Montana ed il terzo è quello che a voi mi lega nella luttuosa tragedia per avervi assistito professionalmente nella vicenda processuale che è scaturita a seguito dei fatti dell’8 ottobre 2001.
    In quella terribile mattinata 118 sorrisi si sono spezzati per sempre. Tutti i famigliari di queste persone sono rimasti privi della parola, dell’affetto, della presenza di chi per il terribile errore, più o meno consapevole di qualcuno, in una nebbiosa mattina d’ottobre aveva lasciato questa vita.
    Legittimo e naturale era lo sgomento o il pensiero per citare il poeta “campo di quei che sperano, chiesa del Dio Vivente dove eri mai?”. Ma subito è successo qualcosa che ha del sovrannaturale: la solidarietà immediata nel dolore tra le famiglie, la Vostra compostezza, la Vostra determinazione nel chiedere e pretendere giustizia, la fondazione del Comitato Per Non Dimenticare.
    Da qui tutte la considerazione che la tremenda sofferenza di coloro che sono rimasti a piangere i loro morti si sono visti trasformati o trasfigurati in cittadini che a pieno diritto hanno preteso una risposta dallo Stato.
    Proprio la Vostra determinazione ha fatto sì che oggi lo splendido ospite primo cittadino di Varallo abbia posto in essere un atto amministrativo di valore simbolico e civile: la targa e l’intitolazione di un largo.
    Lo Stato in qualche modo in questa sola occasione non è stato poi latitante come ad esempio nello stragismo degli anni ‘70 ed ’80 dove le autorità preposte alla ricerca della verità si sono abbandonate in tesi complottistiche prive di supporto probatorio e spesso, lo dico per esperienza personale riferita al caso Propaganda Due, anche logico.
    E’ giusto ora domandarsi se le vittime innocenti di quel disastro abbiano avuto giustizia ed è giusto chiedersi se il giusto sfogo di alcuni di Voi di fronte a provvedimenti di clemenza sovrana ed a pene dimezzate meriti una criticità o un elogio. Personalmente verso nella convinzione dell’assoluta fallacità della giustizia umana, tanto che nel mio modo di vedere (di tipo accusatorio) il processo non è e non può essere un modo di ricerca della verità il cui depositario assoluto è solo Dio, ma una successione di atti che in qualche modo portano alla composizione della lite.
    In altri termini la finalità del processo è quella di stabilire la ricostruzione storica di un fatto al di là delle pene e degli aspetti risarcitori. Ed allora se così è in questo caso la macchina processuale pur con tutti i suoi difetti, le sue incapacità è funzionata. Ma è mia ferma convinzione che senza la Vostra pressante presenza sui media e sull’opinione pubblica anche in questo caso la vicenda avrebbe preso chissà quale Via per portare davvero ad un nulla di fatto. Bene se così è e se questo è il Vostro merito, non solo non dobbiamo dimenticare chi ci ha lasciati ma oggi dobbiamo ricordare a tutti l’alto impegno civile del Comitato, lo spirito ed il lodevole coraggio dei suoi promotori che per la prima volta in Italia hanno saputo insegnare come al di fuori delle ideologie si possa perseguire una finalità politica e sociale.
    Grazie al Comitato grazie di aver portato oggi la Vostra esperienza in Valsesia.
    Il presidente - 22/09/2006