Forum
Pensieri-sentimenti
Il giorno del ricordo buttato dalla torre.
Ieri sono andato in torre a Linate.
Ho dormito poco e male. E ho scritto questo. Un abbraccio a tutti voi.
"A guardarci fuori dalla torre, dentro con le mani in tasca ad annusare il profumo e la didascalia dei profesòri, a starci dentro e fuori è come stare nell’intestino della storia, e provare a guardartici da dentro e salutarti con la manina e da fuori.
“Linate” è un viaggio da film in bianco e nero con la pellicola sfibrata e i saluti quelli così infiorettati con il fazzoletto bianco fuori dal finestrino.
Come gocciolano i passeggeri sui vetri della torre di controllo non si vede in giro da nessun altra parte.
Nessuna. Mai.
Ieri, mentre scendevo dalle scale della torre di controllo di Linate, da quello stupro di acciaio infilato dentro la terra, mentre la ruggine mi lasciava il rame sotto il palmo e sopra il passamano, mentre scendevo pensavo, ed è stato un ago dentro il cervello, alle madri, i padri, i figli, i fratelli; e ho avuto paura di non riuscire più a scenderci da quella puttana di torre, da quel mausoleo e tutti fuori a cercare con l’alcool da restauratori di farla venire fuori qualche vecchia macchia di un’eco.
Negli ambienti professionali alti, negli uffici con il tavolo in noce e i grafici schizzati sui muri è vietato portarsi da casa l’umanità, è tutto un parlare senza spiegazzare i polsini delle camicie affusolati fuori dal maglione, è tutto un far quadrare conti, facce, spiegazioni, voci, strette di mani: un campo aperto di prostituzione perfettamente inquadrata.
Forse l’omaggio ai centodiciotto si poteva fare solo appoggiando il cuore sulla torre, a salutarli appiattiti contro quel toboga che dall’alto ha i colori dei calzini di un clown. E mentre alienato dalla visita-gita salutavo dall’alto anche il mio stomaco si è tolto il cappello.
Come gocciolano i passeggeri sui vetri della torre di controllo non si vede in giro da nessun altra parte.
Nessuna. Mai.
Scendendo con le gambe molli e il pensiero appiccicato sugli impossibilitati a scendere mi sono messo in tasca una fetta di torre, almeno per il dovere di portarmeli in tourné, se non a Copenaghen.
Il giorno del ricordo buttato dalla torre."Giulio Cavalli - 23/11/2006Risposte
- Ti scrivo d´impulso con le lacrime agli occhi dopo aver letto la tua "poesia" che solo un piccolo grande uomo con elevati sentimenti come te può scrivere.
Ti abbraccio con tanto e vero affettoPaolo - 23/11/2006 - Per creare un´opera d´arte si può usare qualsiasi materiale. Questa volta sono stati utilizzati pensieri e parole.
Sincera ammirazione all´autore.nicky - 23/11/2006 - Pensavo di aver pianto tutte le mie lacrime e di non averne più, ma la tua testimonianza mi ha fatto ricredere, anche io ti voglio tanto, tanto, tanto bene.
Ivana - 23/11/2006
- Ricordo questo appuntamento. So cosa significa. Anch´io sono stata in torre qualche anno fa. Ricordo le sensazioni, i brividi. Per me, per noi, tutto la´ dentro ha un altro significato, c´e´ un eco che sentiamo solo noi rimbombare in quel modo..Per un attimo mi ha fatto paura, una sensazione che mi e´ salita dallo stomaco, improvvisa, cosi´ forte che riuscivo a toccarla e a vederla. Sembrava che quegli uomini le cui voci mi isolavano, mi confondevano e si confondevano tra loro, prive di qualsiasi variazione di tono, di qualsiasi stralcio di umanita´, non si rendessero conto, con il loro sorriso mezzo accennato, che proprio sul filo delle loro voci viaggia la vita di non so quante persone, che dai loro comandi dipendano i sorrisi o le lacrime di chi un cuore invece ce l´ha...Era un giorno di sole quando sono andata io in torre..il cielo era terso..ma sappiamo che a Milano non sempre e´ cosi..Grazie per aver dato voce, in modo cosi´ profondo e vero, a quelle emozioni che spesso si tacciono, forse per pudore, forse per proteggerle e renderle ancora piu´ nostre. Ma in realta´ sono la chiave che avvicina e fortifica i molti cuori feriti, dando continuamente un alito di vita a chi e´ volato via..
Arianna - 23/11/2006
- Grazie Giulio, grazie di cuore.
Ogni volta che entro nell´aereostazione sto male. Calpestare il suolo su cui hanno mosso gli ultimi passi i nostri cari... E vedo il piccolo Michele di 6 anni agitato e contento per il viaggio in aereo, vedo i nostri mariti un po´ arrabbiati per il ritardo del volo coi pensieri proiettati sul lavoro che li attende, vedo i nostri giovani che stanno pensando al regalo da comprare in Svezia, in Norvegia da portare a casa. Tutto si è fermato, i loro sogni ed i nostri sono svaniti su quella maledetta pista.
Continuiamo a ripetere che nessuno deve dimenticare; perchè allora non esigere un segno all´interno dell´aereostazione che onori la vita e la morte dei nostri 118 cari. C´è un sacrario nella cappellina, ma lì ci si va per scelta, non è un passaggio obbligatorio. C´è il Bosco dei Faggi, ma è staccato dall´aereoporto, quasi a non disturbare e non far fare brutta figura agli Enti che avevano ed hanno la responsabilità di garantire la sicurezza e la funzionalità dell´aereoporto. I nostri cari quel mattino si erano fidati della SAS e di Linate, penso che un segno in un punto di passaggio serva a tutti, anche a chi non ha svolto il proprio dovere professionale.
Paola - 23/11/2006
- leggo e rileggo le tue parole, Giulio...e li vedo, lì, nell´aerostazione, pronti a partire...a guardare fuori la nebbia fitta....forse un dubbio, una piccola paura...Loro viaggiavano spesso..ma erano fiduciosi...
Erano convini che non sarebbero partiti se ci fossero stati pericoli...
Perbacco, anche Loro erano dirigenti, manager...sapevano delle responsabilità di cui erano investiti e che ogni buon professionista ha nei confronti delle persone che a lui si rivolgono...
Non si può " giocare" con la vita di un uomo!!
...si può, invece...
...si può sprofondare nel lassismo e menefreghismo più totale...
...ok,...via..proviamo a farli partire...cosa succederà...
...ecco, è successo.
...ma i " polsini delle camicie" di "quelle" camicie non si sono spiegazzati..non hanno ancora una grinza.
Il giorno del ricordo buttato dalla torre.
Adele - 24/11/2006
- ......Grazie Giulio....grazie perchè con le tue fantastiche parole hai saputo descrivere emozioni molto forti. Mi sono sentita proiettata in quel luogo, è come se avessi vissuto le tue stesse emozioni, ma leggendo....Grazie per l´abbraccio che hai dato ai nostri cari!
Francesca - 24/11/2006