Pensieri-sentimenti
FUSCO E FEDERICO (commento)
Il prossimo 8 ottobre i 118 morti nel tragico inccidente aereo di Linate saranno ancora una volta ricordati a tutti da Comitato e Fondazione.
Il dolore straziante non si è affievolito nel tempo: è impossibile dimenticare figli, mariti, genitori o amici, scomparsi, oltretutto, cosa ancora più disperante, non per una imprevista fatalità, ma per consapevoli e precise omissioni e negligenze attribuibili a vari soggetti, fra i quali i Direttori di Aeroporto, Fusco e Ferderico.
Condannati severamente nel procedimento giudiziario di primo grado, la sentenza di appello, con grande e generale stupore, li ha assolti, minimizzando le colpe loro ascritte con argomentazioni francamente sorprendenti e difficilmente accettabili, che hanno determinato l’inevitabile ricorso in Cassazione, il cui esito è previsto a febbraio 2008.
Il dolore e lo sgomento sono stati acuiti dalla altrettanto inspiegabile e perlomeno inopportuna decisione di ENAC di reinserire i due Funzionari nella attività operativa, volta essenzialmente alla tutela della sicurezza dell’utente, assegnando loro la Direzione di aeroporti di assoluto rilievo: Torino Caselle a Ferderico ed addirittura due sedi a Fusco, Olbia Costa Smeralda ed Alghero Fertilia. Nonostante il percorso processuale non sia ancora concluso e malgrado la sentenza di appello (pag. 44), pur assolvendoli, non disconosca azioni erronee, omissive e negligenti che, anche se il giudice non ravvisa, sorprendentemente, avere nesso causale sotto il profilo squisitamente giuridico, avrebbero dovuto costituire oggetto di severa valutazione amministrativa interna e censura da parte di ENAC, almeno fino alla decisione della Cassazione.
Mi ha molto incuriosito quanto ha scritto Icaro sul sito in merito alla nomina di Fusco ed all’articolo di legge che l’ha consentita. Avendo conoscenti “addetti ai lavori”, ho voluto capire di più.
Sono riuscito a sapere che Fusco non è dirigente come Federico, ma impiegato direttivo e quindi potrebbe essere solo nominato “reggente”.
ENAC, invece, evidentemente per riuscire ad assegnargli, oltre all’”onore”, anche la cospicua indennità di funzione che spetta al dirigente, gli conferisce l’incarico in forza dell’art. 19, punto 6 del D.L. 165/2001.
Il comma di riferimento consente alla Amministrazioni dello Stato di conferire incarichi dirigenziali a persone appartenenti o non alle stesse anche se non in possesso della qualifica di dirigente, ma dotati di requisiti di particolare rilievo, quali comprovata qualificazione professionale, scientifica, culturale od accademica ed altri meglio indicati nel decreto.
Come correttamente scrive Icaro, ENAC non è una Amministrazione dello Stato e non avrebbe potuto richiamare l’applicazione della suddetta norma, senza prima dotarsi dello strumento previsto dal D.L, e cioè un regolamento, al fine di garantire equità nei criteri di valutazione adottati e nelle modalità applicative, cosa che non ha fatto.
Fusco non possiede i requisiti previsti dalla norma: il servizio prestato nell’Aviazione Civile, in particolare negli aeroporti, si limita esclusivamente alla attività espletata unicamente nella qualità di impiegato amministrativo a Linate ed al breve periodo di “reggenza” ivi assunta a seguito del collocamento a riposo del titolare, periodo nel quale si è verificato l’incidente.
La formula adottata per attribuire l’incarico dirigenziale a Fusco, quindi, appare a dir poco impropria e fornisce un bell’esempio di gestione amministrativa allegramente “feudale”, a favore di chi sembra godere di inspiegabili (?) protezioni.
Federico, a sua volta, è stato assegnato a Torino rimuovendo il dirigente in carica, che pare fosse inamovibile fino ad una precisa e successiva scadenza, sancita da accordi interni ENAC.
Mi chiedo che significato abbia dare seguito a simili comportamenti, e confermare in incarichi delicati e di grande responsabilità personaggi che, non solo, anche se assolti in appello, non hanno ancora terminato l’iter processuale, ma vedono, comunque, riconosciute a loro carico possibili negligenze ed omissioni nell’esercizio di incarichi analoghi svolti, cosa a mio avviso amministrativamente ed eticamente inaccettabile.
Fra l’altro, offende profondamente vederli favoriti, premiati ed onorati come possessori di particolari meriti e doti.
Mi pongo, allora, ancora una volta, il quesito mai chiarito sulla affidabilità dell’ENAC nella sua qualità di regolatore e controllore delle attività e delle operazioni aeroportuali e sulle professionalità che esprime per adempiere alla missione.
Sembra non sia bastato il secondo incidente per gravità mai avvenuto al mondo in un aeroporto ad imporre una profonda verifica interna delle competenze professionali e delle responsabilità, anche di carattere etico e deontologico, nei vari settori centrali e periferici e, soprattutto, nel management dell’ENAC.
UNO FUORI DAL CORO
UNO FUORI DAL CORO - 04/10/2007