Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

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    DOPO LA CASSAZIONE - ALCUNE TESTIMONIANZE

    1)
    L´esternazone di un controllore:
    "Il disastro di Linate è l´ennesima dimostrazione del fallimento di un intero sistema-paese.
    Prima di questo incidente il Codice della Navigazione Aerea in vigore era quello istituito con un Regio Decreto nel 1930!!!
    In pratica venivano applicate ai wide bodies regole scritte e pensate per dei biplani!
    Alla luce di ciò la norma cui fai riferimento esisteva e tutt´ora esiste (seppur con una lieve modifica nella definizione della stessa), il problema è che tale norma fosse del tutto inapplicabile in aeroporti delle dimensioni di Linate,
    Fiumicino o Malpensa.
    Perché era inapplicabile?
    Cerco di spiegarmi con un esempio: nei giorni successivi all´8 ottobre, applicando questa norma alla lettera, a me personalmente è capitato di assegnare un ritardo di 24 ore alla messa in moto di un aeroplano (avete letto bene, ventiquattro ore!!)
    Senza la "giustificazione" del disastro di Linate una tale decisione di un CTA non sarebbe stata reputata accettabile e sarebbe stata, come minimo, definita "sciopero bianco".
    Continuo con la mia riflessione: se devi applicare una norma così restrittiva (tanto per capirsi, perché ogni tanto si rischia di dare dei concetti per scontati, un movimento alla volta in aeroporti complessi come Linate e Malpensa si traduce in 6 movimenti/ora!!!), perché contemporaneamente prevedi, a parità di condizioni di visibilità, flussi di 12 arrivi all´ora e nessuno stop agli imbarchi dei passeggeri dei voli in partenza?
    Sostengo che il fallimento sia dell´intero paese perché non si può pretendere di voler muovere 14 milioni di passeggeri l´anno da un aeroporto spesso soggetto a nebbia come Linate senza fornire a chi quei movimenti li deve garantire in sicurezza gli adeguati strumenti.
    Un paese serio avrebbe imposto PRIMA l´implementazione di tutti quegli ausili (SMR, stop bars, segnaletica verticale e orizzontale etc etc) tali da non paralizzare il traffico con la prima nebbia e solo SUCCESSIVAMENTE avrebbe permesso lo sviluppo del traffico commerciale su quello scalo oltre certi valori.
    Facile dire adesso che il povero Zacchetti non ha applicato quella norma, il problema è che non l´applicava NESSUNO (nemmeno il sottoscritto, lo ammetto) perché non era possibile fare altrimenti!"

    2)
    ATM-PP, all´indomani della sentenza definitiva da parte della Corte di Cassazione, scrive alla stampa nazionale una lettera aperta; troppo evidenti le incongruenze di una sentenza che condanna il singolo ed assolve il sistema.
    Eccola:
    Lettera al Direttore
    Egregio Direttore,
    dopo Ustica, un’altra pagina inquietante nella vita “aeronautica” del nostro paese è stata scritta non più tardi di ventiquattro ore fa, quando la Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati nei confronti della sentenza del Tribunale di Milano sull’incidente di Linate.
    I commenti a caldo dei familiari delle vittime che ho ascoltato, hanno avvalorato la sensazione di quanti, come me, lavorano quotidianamente per garantire cieli sicuri e procedure efficienti; la sensazione cioè di una sentenza scritta principalmente per soddisfare l’istinto giustizialista che alberga, latente, nell’animo della gente di questo Paese, piuttosto che per dare un senso a un dolore che nessuna sentenza potrà, comunque, mai lenire.
    Oggi, dopo la pronunzia della Cassazione, appare chiara l’identità del vero vincitore (..in un processo per strage!). L’assoluzione di quanti lo Stato ha pagato e paga per garantire la sicurezza e la conformità agli standard internazionali degli aeroporti garantisce infatti al nostro Sistema aeronautico una formale e spendibile attestazione di “conformità”: tutti colpevoli tranne lo Stato, o meglio, il Sistema.
    La Cassazione ha implicitamente sancito come irrilevante la superficialità con la quale lo Stato ha controllato la gestione dell’importante scalo milanese, il suo progressivo abbandono strutturale, le improprie intromissioni nella definizione degli appalti per le misure di sicurezza (Radar di terra compreso), le pericolose lentezze burocratiche, raccontate dal P.M. Gravina in sede processuale; ha altresì bollato come marginale, o comunque improduttiva di effetti, la latitanza in un Paese aeronauticamente avanzato, di un Parlamento che per più di trent’anni si è sistematicamente rifiutato di “scrivere” le regole del settore, delegando tutto al senso di responsabilità di quanti ogni giorno vi operano.
    Del resto, in una Società per la quale l’immagine è tutto, siamo (seppur imperfetti) l’ottava potenza economica del mondo.
    Atm-PP (Air Traffic Management, Professional Project
    Roma, 21 febbraio 2008
    Responsabile Comunicazione
    Enrico Lucini

    3)
    Carissimo Paolo, scusa se utilizzo la mail ma non riesco a mettermi in contatto telefonico con te. E siccome sento la necessità di esprimere a te e a tutto il Comitato la mia solidarietà, eccomi qui, tra un servizio e l´altro, a scriverti.
    Naturalmente non è la giornalista che scrive ma l´amica, quella che ieri sera davanti alla notizia della sentenza della Cassazione non ha potuto fare a meno di pensare a tutti quanti voi: a te, a Ivana, a Rachele, a Pasquale e a tutte le altre persone che compongono il vostro Comitato. Non ho seguito la parte romana del processo, quello che so l´ho letto sui giornali, per questo non sono in grado di scendere nei dettagli nè di fare commenti.
    Quello a cui tengo è che sappiate che non vi ho mai dimenticato, perchè quando si seguono vicende come la vostra, fino a un certo punto si tratta di lavoro, dopo, diventa una questione di umanità....... Vi abbraccio tutti. Spero di poterti sentire presto al telefono. Un caro saluto per tua moglie. N.C.

    4)
    Ieri pomeriggio stavo per unirmi all´indignazione di tutti scrivendo il mio messaggio sul sito, quando ho trovato sullo zerbino della porta della mia casa una rosa bianca con un biglietto a me indirizzato di cui riporto il testo integrale: " Mi dispiace tanto per l´ingiusta sentenza. Spero che il senso di giustizia e l´amore per l´uomo sia il fondamento del lavoro mio e di Filippo. Un abbraccio. Giacomo"
    Giacomo è un amico di Filippo ed è matricola a Giurisprudenza ( Filippo invece è mio figlio ed è matricola a Medicina) ,professioni che, se svolte con scrupolo e missione sono di valore altamente sociale e umanitario...
    Quanta sensibilità in una società dove pare domini il bullismo!!! Abbiamo ancora giovani che credono in un mondo migliore e che sicuramente ce la metteranno tutta per provare a realizzare i loro ideali.
    E noi non li deluderemo.
    Apriremo loro la strada e andremo avanti...per un mondo migliore... ...le Vedi Paollugubri toghe nere svolazzanti non ci fermeranno...
    E allora voglio anche aggiungere che al mattino, mentre facevo la spesa al mercato, gli abbracci e i sorrisi dei negozianti e dei clienti sono stati il muto assenso alla nostra battaglia.
    La Milano e l´Italia buona, la gente onesta che condivide i nostri ideali, che RICORDA e non DIMENTICA, c´è!! Non siamo soli.
    No signori bastardi, no caste intoccabili , noi non abbiamo le ali tarpate,è dura risorgere da questi " colpi", ma lo stiamo già facendo. Noi siamo "puliti", è questo quello che importa, e questo fa si che portiamo alta la testa senza vergogna, con orgoglio. Noi continuiamo la nostra battaglia alla ricerca della sicurezza, per noi, per i nostri cari, per gli amici e per tutti coloro che ci vogliono bene, ci seguono, ci sostengono e sono con noi.
    Un grande abbraccio a tutti e....un sorriso. Adele

    5)
    Caro Paolo e carissimi amici del Comitato, vi scrivo a caldo perchè comprendo benissimo in quale stato d´animo vi possiate sentire ora.o ho letto le agenzie di stampa e letto i tuoi commenti, comprendo la tua sofferenza di uomo, di padre ,di nonno e anche di marito, così come ben immagino la vostra collettiva sofferenza. Voi però a differenza di molti avete fatto la differenza.
    Vedete in Italia, gli unici comitati di prarenti di vittime che hanno continuato a dire la loro ed essere presenti con la loro azione di sensibilizzazione sono stati quello delle vittime di Ustica e quello della Strage di Bologna, ma la vostra differenza e che mentre loro si sono sempre battuti per la verità, voi vi battete per una giusta giustizia e per un bene maggiore, la sicurezza di tutti noi.
    Mercoledì scendevo prestissimo a Palermo e vedevo all´utimo gate del terminal, vicino al "toboga", parcheggiato il volo SAS del mattino, lo stesso volo di sempre e pensavo giusto al processo. Dovendo andare a Palermo la riflessione su Ustica fu automatica e allora ho riflettuto su una cosa fondamentale, il Vs. comitato non è un comitato solo composto da parenti, ma è un comitato di "garanti", anzi di "vigilanza civica".
    La vostra azione a volte tanto "fastidiosa" è una azione che non può finire, ne oggi ne domani, per cui guardando negli occhi i vostri nipoti e i vostri cari, voi potete dirgli con orgoglio e dignità, che comunque sia la sentenza scritta, voi non vi siete arresi e che comunque coloro che sono stati assolti dalla giustizia delle legge, resteranno per sempre colpevoli davanti agli uomini di buon senso, che non gli assolve e gli pesa per ciò che sono stati e finchè il comitato sarà vivo e attivo, a questi signori assolti ma non innocenti e a molti loro simili, ronzeranno le orecchie a vita. Per cui oggi e domani, il mio invito è resistere.
    Resistere per tuo nipote e tua moglie Paolo; resistere per i vostri cari, amici del Comitato; resistere non solo per noi, ma per i nostri figli e nipoti, per la sicurezza di un aereo non riguarda solo chi vola, ma anche chi è sorvolato. E se mi rispoderete, provaci tu, vi contro risponderò che con me non attacca; che vi conosco, che so che siete capaci e avete i numeri per farlo e se servirà, per il tempo che posso, sarò anche io con voi, perchè non solo non dimentico, ma perchè non ho nessun motivo e o voglia di dimenticare, anzi...
    Un abbraccio fraterno. Alberto

    6)
    Nel manifestare il mio sconcerto e la mia amarezza per la sentenza emessa oggi dalla Cassazione, vi esprimo la mia piena solidarietà.
    A volte si ha l´impressione che le istituzioni, pur di mettere la parola "fine" a una vicenda dolorosa, dimentichino l´angoscia di chi ha patito un´ingiustizia e la sofferenza di chi ha subìto una perdita. Vi sono vicina con affetto.
    Paola (Roma)

    7)
    Mi vergogno di vivere in un paese che accetta un´ingiustizia come questa sentenza, mi vergogno della televisione che trasmette un servizio di pochi minuti senza nessun commento onesto, mi vergogno della poca memoria che abbiamo tutti perchè tanto succede sempre agli altri Auguro a chi è stato responsabile di questa strage di vergognarsi ogni giorno della sua vita.- Silvia

    8)
    Caro Paolo, la sentenza di ieri mi ha molto colpita. In molti mi hanno detto “questa è l’Italia”…Ma mi rifiuto di credere a questo pensiero: è “solamente”un ingiustizia.
    Se hai bisogno di me per continuare la battaglia, io ci sono. Chiara G:

    9)
    Il tuo telefono è sempre occupato. Volevo solo manifestarti solidarietà. Come giurista sono sconcertato. B.F.

    10)
    Credo di immaginare la rabbia di tutti voi. Il finale che mai avremmo voluto inserire nel copione..… Un Abbraccio . Maurizio Tumolillo (coautore dello spettacolo teatrale Linate La Strage)

    11)
    Alla fine hanno vinto loro! Ci hanno solo illuso per poi darci la mazzata finale. Buon rientro Sara A.

    Comitato - 23/02/2008