Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

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  • Pensieri-sentimenti

    QUESTIONI DI LOGICA?

    Leggendo sul Corriere della sera di domenica 3 agosto, sulla pagina della cultura di Claudio Magris, mi sono ritrovata in quei labirinti da dove non so uscire e, se ne esco, mi sento un po’ malconcia.
    Si scriveva di persone “importanti” che confondono i sentimenti e i pensieri, le improvvisazioni e i giudizi.
    Mi rendo conto che anche a me (persona di nessun importanza), perdonando coloro i quali hanno fatto si che capitasse il disastro di Linate, mi si potrebbe dire che ho confuso sentimenti e pensieri. Giustamente il criminale menefreghismo nel gestire la sicurezza di un aeroporto, mi fa pensare che gli incaricati sapevano a cosa sarebbero andati incontro, perciò era una “strage a sorpresa”.
    Sicuramente i percorsi imposti dal regolamento aeroportuale non si sono confusi perché si sono autocancellati o mossi dal loro punto di appartenenza o spente certe lampadine rosse per il gusto di fare scherzi idioti ai piloti, tanto l’occhio del radar non li spiava, non cera!!!!!.....ma allora i direttori degli aeroporti non centrano nulle in tutto questo e non hanno nessuna colpa? In cosa consisteva il loro compito a Linate? Che ordini ricevevano da Roma?
    Dov’è la logica di tutto questo? Oppure la ragione sta da tutt’altra parte e deve essere tenuta ben nascosta?
    Mah, io li ho perdonati tutti perché credo assolutamente nel mio Dio giusto e bontà infinita, perché senza odio la mia sofferenza si mitiga, perché ho ancora stima dell’Italia, quella degli amici che frequento, e quella di certi italiani dal più umile al più potente.
    Però, come dice il dott. Magris, coloro che per scelta si impegnano a governare il nostro Paese, si impegnino anche in un corso intensivo di logica!.
    A te Lorenzo, che per certi presuntuosi funzionari di Stato hai contato meno di niente.
    Mamma
    Giovanna - 05/08/2008
  • Risposte

  • Cara Giovanna continua ad arrabbiarti, continua a bastonare, ahimè solo con la forza della parola, e non smettere mai di fustigare questi che tu, in modo quanto mai significativo, hai chiamato "pavoni" solo così, forse, qualcuno si mette a riflettere, non tanto per piangere sul latte versato, ma per non versarne più!
    Un abbraccio
    Ivana
    Spero che anche i nostri affezionati "Icaro", " Anonimo" e tutti gli altri riprendano a segnalare tutte le eventuali manchevolezze con la precisione e la competenza che hanno sempre contraddistinto i loro scritti.
    ivana - 08/08/2008
  • Cara signora Giovanna, lei ha perdonato e questo la onora. Anche Dio potrà perdonare, se lo riterrà opportuno. La Giustizia invece non deve perdonare, deve giudicare. E nel nostro caso sono convinto che Giustizia non ci sia stata. Un caro saluto. Giorgio Centonze
    Giorgio Centonze - 14/09/2008
  • Caro Giorgio,
    Se tu leggi ciò che "pontifico" ti accorgi che sono assolutamente d´accordo con te.
    Grazie per il tuo riscontro.
    Giovanna
    Giovanna - 14/09/2008
  • Approposito di PERDONO voglio segnalare a tutti un articolo apparso sul quotidiano la Prealpina, scritto da Francesco Ogliari dal titolo "PERDONARE MA PERCHE´?"

    Perchè oggi si parla tanto di perdono e ogni volta che capita un omicidio le domande ai parenti delle vittime vertono su questo tema? Da un po´ di tempo il perdono sembra sia tornato di moda non solamente tra i media. Anche gli Stati chiedono perdono per le efferatezze commesse durante le guerre e persino la Chiesa, con Giovanni Paolo II, si è allineata a questa tendenza, richiamandosi a secoli lontani.
    La risposta non è semplice. Il perdono sembra a volte essere un concetto troppo grande per la natura umana. Non solo è difficile perdonare ai nostri simili le offese che si ricevono nella vita quotidiana ma vi sono atti, quali la pedofilia e i delitti atroci, di fronte ai quali il perdono è impensabile.
    Mi riferisco all´ olocausto degli ebrei, a genocidi e pulizie etniche di cui è ricca la storia dei nostri giorni e dove il perdono suonerebbe come un´offesa alla dignita´ stessa dell´uomo.
    Per rispondere bisogna aver chiaro che il perdono è un atto personale che nasce dal nostro cuore. Gli istituti previsti dalla legge - come la grazia, L´INDULTO,l´amnistia - sono atti di clemenza ma attengono a ragioni POLITICHE e di OPPORTUNITA´.
    Il perdono è invece un atteggiamento esclusivamente cristiano. E´ stato insegnato da Cristo che ne ha mostrato nel Vangelo commoventi esempi. Ha perdonato la peccatrice Maria Maddalena, destinata alla lapidazione se Cristo non avesse pronunciato le stupende parole:"Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra", o al momento della Crocefissione: "Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno. Ci sono poi le eterne parole del Padre Nostro: "Rimetti a noi i nostri peccati come noi li perdoniamo a coloro che li hanno commessi contro di noi.
    Non vi è quindi alcun dubbio che il perdono sia fondamento della religione cristiana, nè costituisca la stessa essenza, mentre è assente dalle altre religioni. Nell´ Islam solo Allah puo´ perdonare; non gli uomini. Il perdono autentico nasce dall´amore verso il prossimo. Non c´è perdono se non c´è amore. Si perdona, si porge l´altra guancia perchè si deve amare il nostro prossimo. Non per opportunismo.
    Amare il prossimo non è semplice. Lo si constata ogni giorno quando richiede il superamento del nostro egoismo e della miseria umana per usare le parole di Pascal.
    Esistono, pero´, i peccati "imperdonabili" che ripudiano alla nostra stessa coscienza.
    Che fare?
    L´alternativa al mistero è l´assurdo.
    Che senso avrebbero allora le sofferenze fisiche e morali? Il dolore diventerebbe ancora piu´ intollerabile senza una speranza, senza l´idea di un riscatto o di un perdono. Dostoevsky scriveva che anche un cretino di fronte al dolore puo´ diventare intelligente. Simone De Beauvoir aveva perso la fede e Dio era divenuto un´idea del tutto astratta. Non ho mai rimpianto Dio - ha scritto -, mi rubava la terra. Ma un giorno ho capito che rinunciando a lui mi ero condannata a morte.
    Perchè assistiamo oggi al ritorno del perdono, al suo uso quasi isterico dei media, dobbiamo chiederci se sia un perdono autentico.
    Forse è tornato di moda per l´assenza di valori nella nostra societa´, quasi si avvertisse un bisogno inconscio di riscoprire un tema che ci riporti al soprannaturale, che dia un senso a una vita senza certezze in un cabaret del nulla.
    Un caro saluto a tutti
    Giuseppe - 20/09/2008