E´ difficile leggere quello che scrive, Giovanna.
Indipendentemente dai fatti che l´hanno spinta a scrivere, che non prendo in considerazione, può essere sconfortante leggere, tra le righe, la sensazione di resa, e il dolore che provocano in lei l´ignavia più ottusa, la manipolazione delle coscienze, lo strumentale uso dei bisogni.
Ma per provare questo, lei dà prova dell´intelligenza e della onestà intellettuale necessarie per accorgersene.
E queste doti, purtroppo, oggigiorno sono armi puntate contro.
E potrebbe anche far male dover prendere atto che l´essere puliti, corretti e leali, costituisce, per chi non ha valori né scrupoli, uno strumento, una leva, un fianco scoperto, un punto debole da sfruttare ignobilmente per i propri scopi.
Ma in quello che scrive c´è anche altro: una vitale reazione, il sano essere reattivi ed arrabbiati, e la speranza, gridata, che non debba andare sempre così.
E non sono riuscito a non essere qui a scrivere.
A scrivere che penso sia giusto essere così, anche se costa un prezzo elevato.
E´ proprio questa la domanda e la principale leva sulle menti deboli: pagare molto per onestà, o guadagnarci qualcosa - magari solo avere un grattacapo in meno - facendo finta di niente?
Cosa pensano in molti, Giovanna, lei lo sa già.
Ma sa anche che non sono tutti. E questo, Giovanna, è anche merito suo, perchè in quello che scrive, oggi, a me – ad esempio - ha dato una spinta in più a capire qual´è la cosa giusta da fare, e sono certo che come me è successo a tanti altri.
E nel far bene, anche pagando un prezzo e senza guadagno apparente, una logica c´è, anche se ora non la comprendiamo, non la conosciamo. Io voglio crederci.
E se dopo aver letto quello che ha scritto lei affronterò ancor più volentieri le conseguenze di un certo modo di essere, se pagherò con maggior serenità le conseguenze della correttezza, allora ha fatto davvero bene.
E lo faccia ancora.
Del resto questo tipo di persone non hanno vinto.
Distruggere è enormemente e vigliaccamente più facile che costruire, sembrare è enormemente e vigliaccamente più facile che essere.
Distruggere, sembrare, manipolare, imbrogliare, è essere miserabili.
Possono far finta di essere vincenti e felici finchè vogliono, ma questo non cambia la verità, e la loro, ne sono certo, è una vita che non vale niente, e che, come tanti, proprio non vorrei.
Un caro saluto a lei e a tutta la "Fondazione 8 ottobre"
Nicky Persico - 02/01/2009