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Pensieri-sentimenti
Solidarieta´ per l´amico Giulio Cavalli
Desidero portare a conoscenza di tutta la famiglia del Comitato di un articolo apparso sul quotidiano La Repubblica relativo all´artista teatrale Giulio Cavalli.
All´amico Giulio, da tempo sottoposto a continue minacce e intimidazioni mafiose esprimo tutta la mia vicinanza e solidarieta´.
ARTICOLO:
Bottega dei Mestieri Teatrali
Il sito della Bottega dei Mestieri Teatrali e Giulio Cavalli
Cavalli, autore sotto scorta "Le mani della mafia sull´Expo"
Nel suo nuovo spettacolo, viene ricostruita la storia della criminalità organizzata in
Lombardia, dall´omicidio Ambrosoli a oggi.
«Se la mafia a Milano non esiste, allora qualcuno mi spieghi perché vivo sotto scorta». Giulio Cavalli usa un
paradosso per raccontare l´urgenza, personale e politica, da cui è nato il suo nuovo lavoro teatrale. Titolo, A
cento passi dal Duomo. Tema, la mafia in Lombardia, dall´omicidio Ambrosoli all´Expo 2015. Lui che a 32 anni,
dopo le minacce ricevute per la sua prima pièce su Cosa Nostra Do ut des, riti e conviti mafiosi, da un anno e
mezzo vive sotto la tutela fissa delle forze dell´ordine, a parlare di mafia non ci rinuncia. Anzi, aggiusta il tiro e
mira più vicino, puntando contro il silenzio che le istituzioni continuano a tenere sulle infiltrazioni mafiose
all´ombra del Duomo. Una pièce, scritta insieme al giornalista Gianni Barbacetto, che ha il passo dell´inchiesta.
Cavalli, davvero esiste una "Duomo connection"?
«La mafia in Lombardia esiste, eccome. E io la racconto con i fatti, non con le opinioni.Siamo partiti dalla fine degli anni Settanta, in un percorso che inizia con l´omicidio Ambrosoli e tocca
Sindona, Raul Gardini, l´arresto del boss Luciano Liggio, gli oltre cento sequestri che la camorra e la
‘ndrangheta fecero in Lombardia tra il 1974 e il 1983, per arrivare alle ultime inchieste».
Fino agli appalti dell´Expo?
«È un work in progress, stiamo raccogliendo dati e nomi, sempre con la spada di Damocle della querela sulla
testa. Sull´Expo ancora nulla è deciso, ma è chiaro che quei 15 miliardi fanno gola, è grasso che cola per le
aziende legate alla mafia. E che il controllo dell´attività edilizia a Milano e provincia oggi sia in mano alla
‘ndrangheta, è un dato di fatto, lo ha affermato l´anno scorso anche il procuratore antimafia Vincenzo Macrì.
Noi facciamo i nomi, dai Barbaro ai Papalia, ai Morabito. Famiglie mafiose alla seconda generazione,
mimetizzate sotto modi più civili, titolari di imprese all´apparenza "normali"».
Lei vive da un anno e mezzo sotto scorta. Ha ricevuto altre minacce?
«Sono entrati in casa mia, vengono a vedermi agli spettacoli. Minacce più vicine, incontri personali, distruttivi
per l´equilibrio psicologico. Ma quello che mi fa più male è il silenzio assordante del mondo teatrale, solo Dario
Fo, Paolo Rossi e Renato Sarti mi sono stati vicini».
Non le viene la tentazione di lasciar perdere tutto?
«Lo spettacolo nasce proprio dall´assurdità della mia situazione: vivo le minacce mafiose in un territorio dove il
fenomeno non è riconosciuto.
Io vivo in un tunnel, l´unico modo di reagire è il contrattacco».
DA REPUBBLICA
SIMONA SPAVENTAGiuseppe - 07/07/2009Risposte
- Giulio, sei grande!
ivana - 08/07/2009
- Cosi come tu spesso hai detto a noi. Oggi siamo noi a urlare a squarciagola: "GIULIO NON MOLLARE!!!"
Non so quanto potremo fare per te ma certamente siamo a tua totale disposizione.
Ti vogliamo bene.Paolo e Giovanna - 08/07/2009 - caro Giulio, siamo tutti con te, vicino a te e insieme a te diciamo " non si molla"!!!!!
un abbraccio Adeleadele - 09/07/2009 - Ti sono vicino,Pietro
PIETRO - 12/07/2009