Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

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    Otto anni fa la tragedia di Linate Ricordo di una vittima comasca DISASTRO AEREO

    Leggiamo su: www.corrieredicomo.it l´articolo che pubblichiamo per conoscenza.


    Il ricordo del giorno che ha cambiato tutti i giorni è nitido e indelebile. Paola Gioacchini ne parla otto anni dopo come se fosse oggi. Suo fratello, Riccardo, all’epoca 36enne, era a bordo del Boeing coinvolto nel disastro di Linate. Quella tragedia, costata la vita a 118 persone, è la più grave sciagura aerea italiana.
    «Non mi aveva mai sfiorato l’idea che proprio mio fratello potesse morire - dice nel soggiorno della sua bella casa dove spicca una fotografia di Riccardo - Quella mattina, a scuola, una mia collega aveva accennato a un incidente a Linate. A casa ho saputo che si trattava dell’aereo diretto a Copenhagen. Allora ho capito. Ho stampati davanti agli occhi i volti di un’amica e del medico di famiglia venuto di sua iniziativa con la valigetta a casa dei miei genitori... No, non ho mai voluto guardare il telegiornale per conoscere tutti i dettagli... Il riconoscimento è toccato a mio marito e a suo fratello».
    Paola Gioacchini è docente di Lettere al ginnasio del liceo classico “A.Volta”. Accetta di rievocare quei momenti perché ci siamo rivolti a lei, ma sottolinea subito che Riccardo era sposato e aveva una bambina di poco più di un anno. La disgrazia ha unito ancora di più una famiglia già profondamente vicina.
    Quel giorno, l’8 ottobre 2001, Riccardo era sull’aereo della Scandinavian Airlines per motivi professionali. Alle 8.10 il devastante impatto con un Cessna da turismo che aveva invaso la pista di decollo. Il comandante del velivolo privato, tradito dalla nebbia, aveva imboccato la via di rullaggio sbagliata.
    Subito dopo, lo schianto contro il deposito bagagli di Linate e uno spaventoso rogo.
    Tra le vittime, altre tre persone in qualche modo legate al Comasco: Renato Cairo, 54 anni, con casa di villeggiatura ancora da inaugurare a Blessagno, il paese della moglie; Lorenzo Pettinaroli, 29 anni, residente in città, in via Dante, da meno di due mesi e il cui padre, Paolo, è diventato presidente dell’associazione di familiari delle vittime; infine, Per Ola Boman, 40 anni, cittadino svedese, residente a Grandate da un quinquennio.
    Per quel disastro la Corte di Cassazione ha emesso nel 2008 una sentenza definitiva di condanna nei confronti di cinque persone. Altre tre avevano già patteggiato la pena. L’indulto del 2006 aveva ridotto di tre anni le pene detentive.
    Dopo il terribile evento e dopo le polemiche seguite alle sue cause (tra queste la mancanza di un radar di terra), sono stati varati nuovi regolamenti e procedure. Sono state decise dotazioni di infrastrutture per aumentare la sicurezza degli aeroporti in caso di nebbia.
    «Oggi non possiamo che accettare la nostra tragedia - prosegue Paola Gioacchini - Abbiamo fede, anche se questo non allevia il dolore. E più passa il tempo, più sentiamo la mancanza di Riccardo, perché la nostra è sempre stata una famiglia molto unita, quotidianamente in contatto. La mia nipotina, crescendo, chiede tante cose sul papà e spesso tocca a me raccontargliele. È una bambina serena e questo è un grande merito di mia cognata».
    A ricordo dei 118 morti di Linate, nel Parco Forlanini sono stati piantati altrettanti faggi. Giovedì prossimo, dopo aver partecipato alla cerimonia nel “Bosco dei Faggi”, la famiglia Gioacchini si stringerà ancora una volta nella memoria di Riccardo nella messa che sarà celebrata alle 18, a Sant’Eusebio, in via Volta.
    «Spero che mio fratello non venga dimenticato - conclude la professoressa - Era una persona che definirei normale, ma di valore. Un uomo generoso, che sapeva stare con gli altri. Affidabile, posato, ricco di interessi e di iniziative. Ha avuto una vita breve, ma bella. Siamo stati sempre insieme e con affetto. Mio padre ce lo raccomandava costantemente».

    Marco Guggiari
    Marco Guggiari (Corrieredicomo.it) - 07/10/2009
  • Risposte

  • non dimenticherò mai quello che vi è accaduto...servirà, lo voglio credere, a far sì che non accada mai più. La vita umana è e sempre deve rimanere il valor più importnte da tutelare.
    Vi sono vicina,
    Valentina Menichetti, sorella di Emanuela e amica di Sara, morte rispettivamente a 21 e 24 anni nel disastro ferroviario di Viareggio.
    valentina - 07/10/2009
  • Mi sono riconosciuta con malinconia nelle parole della sig.ra Gioacchini nell ´intervista al giornale di Como.In quei momenti concitati mentre mi dirigevo verso Linate, nemmeno io potevo credere che proprio mio fratello,così tecnico e pratico di aerei,potesse aver perso la vita nell´incidente. No,pensavo,lui conosce le vie di fuga in un aereo e certo ne sarà uscito.Poi, dopo tanta speranza e volendo credere ad un miracolo, il buio. Ho vivissimo il ricordo di quel pomeriggio a casa dei miei genitori e della domanda del mio papà che guardando nel vuoto dalla finestra del suo studio voleva sapere se fosse proprio vero.....E l´improvvisa consapevolezza delle mie nuove responsabilità di supporto a tutta la famiglia.....E la paura per i miei genitori il giorno del funerale con due medici al seguito....E l´atmosfera di dignitoso immenso dolore al cimitero in Val d´Intelvi dove ora Renato riposa...Lui era innamorato della " sua valle" e finalmente aveva realizzato il sogno della sua vita costruendo una casa proprio lì, in mezzo ai suoi monti. Non ha potuto godersela, non gli è stato concesso........In giorni come questi,tutto torna..
    laura cairo - 15/10/2009
  • Cara Paola, Riccardo non verrà dimenticato, è nei miei pensieri quotidiani. sul mio comodino c´è l´unica foto di Elena che ho (del suo primo giorno di scuola). Riccardo era davvero una persona a cui era facile voler bene, che io e la mia famiglia porteremo sempre nel cuore. Un abbraccio
    sandra - 01/04/2010