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Pensieri-sentimenti
L´intervista a Pasquale Padovano
Egregio Direttore,
approfitto della sua ospitalità per chiarire alcune cose che probabilmente
media non sanno a proposito della situazione del signor Pasquale Padovano,unico sopravvissuto dell´immane strage di Linate.
Il signore in questione, unitamente alla sua famiglia, ai suoi parenti e,penso anche i vicini di casa, godono di privilegi elevatissimi, autista personale che lo segue sia nei trasferimenti cittadini sia in quelli vacanzieri; ristrutturazione di casa per adattarla al suo nuovo stato di persona diversamente abile, e sottolineo diversamente abile; biglietti privilegiati per assistere alle partite di calcio a San Siro, posti privilegiati per qualsiasi cosa lui, e ovviamente tutta la famiglia, vogliano fare; retribuzione dello stipendio anche se, per la sua
condizione non lavora più, assegnazione dell´Ambrogino d´oro a lui perché è stato " fortunato " a sopravvivere, a sua moglie perché è stata molto fortunata a fare la moglie e, penso che prossimamente la prestigiosa onorificenza sarà assegnata alla figlia, e perché no anche all´autista che è tanto bravo a portare in giro tutta la famigliola.
Sia chiaro che sono molto felice che il Padovano goda di tutte questi privilegi, però mi pongo delle domande, soprattutto se penso ad altri che, come
lui, hanno subito gravi danni per infortuni sul lavoro, penso al mio amico Mario, età 48 anni, che ,dopo un infortunio sul lavoro è rimasto completamente paralizzato, vive da solo con la moglie senza nessun aiuto se non da parte di qualche volontario, e penso a tutti i Mario e a tutte le Marie che stanno soffrendo pene indicibili e desiderano la morte per por fine alle loro sofferenze. Come mai questi poveri tapini non hanno le stesse cose del Padovano, perché lui, basta che parli ed ottiene tutto, cosa c´è sotto, ci sono forse cose da nascondere, che noi comuni mortali non sappiamo? Gli altri nelle sue condizioni stanno ancora facendo lavori che sono in grado di fare, perché queste ingiustizie? O forse il buon Padovano è a conoscenza di inefficienze che devono essere tenute nascoste? Perché? Sono otto anni che noi mogli e mamme ci poniamo queste domande e ci piacerebbe tanto avere delle risposte che non siano le solite manate sulle spalle dicendoci che lui soffre tanto! Certo che soffre tanto, e mi dispiace moltissimo, mentre gioisco tutte le volte che vedo il Pasquale stare meglio: quando lo vedo camminare, quando sorride alla propria figlia ed alla moglie, quando lo vedo migliorare sempre di più.
Noi , i nostri figli ed i nostri mariti non li vediamo proprio più, e, mi creda, egregio direttore, la nostra sofferenza aumenta di giorno in giorno e non c´è nessun privilegio che la possa attutire.
Prima di ringraziarla per aver ospitato le mie riflessioni le chiedo di
ricordare il finanziere che, grazie al suo pronto intervento, ha salvato la
vita a Pasquale Padovano.
Grazie.
Una moglie di LinateUna moglie di Linate - 16/10/2009Risposte
- RIFLESSIONI SU PASQUALE PADOVANO
Anch’io dopo aver visto l’intervista su “Corriere on line” a Pasquale Padovano, non posso astenermi di farmi portavoce delle tante mamme, mogli, figli, amici di sventura, che da otto anni ormai dividono con me la pesante e difficile veste di parente di coloro che quel tragico giorno hanno perso un loro caro in modo così assurdo su quella maledetta pista nebbiosa.
Voglio precisare che conosco Pasquale e non ho nulla contro di lui, ma da molto tempo Padovano e la sua famiglia sono diventati per i media il simbolo del dolore, del coraggio, della tenacia e della forza di vivere e appaiono dovunque su giornali, televisioni, manifestazioni e cerimonie……
Senza nulla togliere a queste verità , vorrei fare alcune riflessioni perché ritengo che ormai sia arrivato il momento di far sapere ai media non solo quanto sta combattendo Padovano che, così mal ridotto, è sicuramente per il pubblico di grande “ presa” e concentra l’attenzione, ma che ci sono ancora, nel silenzio e nell’anonimato, tutti i genitori, le mogli, i figli che quel maledetto 8 ottobre sono stati privati per sempre e crudelmente dei loro affetti più cari.
Ci sentiamo tutti enormemente feriti dall’infelice frase che Pasquale ha usato nell’intervista al “Corriere on-line”, quando afferma che”……poverini quelli che sono morti, ma sono morti: ma chi sta soffrendo è il sottoscritto….”
E’ stato detto che Pasquale merita il Nobel del coraggio….che è l’immagine del dolore…che porta la croce di 118 morti… Mi pare che gli sia già stato notificato sia a lui che alla moglie (Ambrogino d’oro), di essere “dei benemeriti” (per essere stato l’uno miracolato e l’altra di aver fatto nient’altro che il dovere di moglie!???) Senza voler polemizzare con le istituzioni.
Voglio però ricordare ai media che Padovano è, si, il simbolo vivente di quel giorno, ma è “ vivente”………
Ho la sensazione che ci si sta dimenticando invece di tutte quelle famiglie mutilate che porteranno sempre ferite indelebili e un vuoto incolmabile.
Stanno forse soffrendo meno tutti quei genitori che genitori non lo sono più???....
Tutte quelle mamme che combattono ogni giorno a denti stretti per crescere da sole i figli rimasti orfani, che sorridono ricacciando lacrime e cercano di sdoppiarsi ( facendo da madre e padre ) per offrire ai propri figli una crescita serena, spianando loro una vita felice, senza ostacoli e ricolmando quella parte di amore paterno che non avranno più, non vivono una sofferenza quotidiana?
E che dire di tutti quei figli, anche piccoli, che non avranno più la buonanotte dal loro padre’ che non avranno una guida e una voce amica con la quale parlare di problemi, desideri, successi o, banalmente, di una bella serata davanti a un film con papà? So di figli che, a distanza di anni, dicono ancora che Pasquale è si molto provato, ma c’è, è vivo……
La famiglia Padovano non è “ mutilata”…sorride felice alla vita per questo miracolo di “ resurrezione”..
Per un figlio il padre presente è una sicurezza, una certezza.
Anna Padovano il padre ce l’ha ancora; a lui può raccontare i successi e le ansie adolescenziali, con lui può chiacchierare, a lui può chiedere consigli e confidenze….i nostri figli no.
Senza parlare poi del dolore atroce di un genitore che sopravvive al proprio figlio…dolore che toglie il respiro…che annienta la vita…..
Nessuno di noi vanta la pretesa di lodi o riconoscimenti. Lungi da noi….
Nessuno vuol mettere sul piatto di una bilancia il peso delle sofferenze, non è possibile, è tutto soggettivo…
Ma nessuno di noi si permetterebbe MAI di uscire con infelici frasi come quella di Pasquale!
Il coraggio di tutti noi è quello della vita quotidiana, del sorridere comunque alla vita, di non usare parole acide o di astio verso gli altri,di essere disponibili verso tutti quelli che hanno ancora bisogno di noi e aspettano da noi un gesto d’amore e la nostra mano tesa.
Il coraggio è prendere il treno e andare a Roma per la sentenza di Cassazione ( lo scorso anno ) e sorridere ai Padovano che invece arrivano in Mercedes con autista davanti alla scalinata del Palazzaccio (è questo uno dei privilegi che la SEA lascia sempre a disposizione della famiglia) mentre noi, che siamo andati a Roma a nostra spese, ci eravamo fatti un lungo pezzo di strada a piedi, intirizziti, nell’aria insolitamente gelida di una mattina romana.
Coraggio è sorridere vedendo che i nostri figli fanno i turisti a Roma, zainetto sulle spalle e buone gambe che con il freddo pungente aiutano a riscaldarsi almeno un poco, mentre la figlia Padovano si gode Roma accompagnata dall’immancabile e onnipresente autista….
E poi stipendi (pare che Pasquale percepisca ancora dalla SEA dopo otto anni di inattività lo stipendio), benefits, privilegi del tipo: stadio in tribuna gratis…cameriera fissa, ogni richiesta e capriccio soddisfatti….e una salute che grazie a Dio ogni giorno, fa un piccolo passo verso un miglioramento, anche se non ancora del tutto privo di sofferenza.
I loro numerosi privilegi e benefits non sono motivo per noi di invidia..” sbirciamo” solo, lo confesso ogni tanto la felicità ritrovata di una famiglia riunita .
Voglio concludere con un messaggio alla famiglia Padovano tutta:
-smettetela di continuare a fare solo del vittimismo. Sicuramente le sofferenze ci sono state e ci sono tuttora, ma siete VIVI!!!!!!! e di fare la “primadonna” in tutti gli eventi luttuosi che avvengono in Italia purché ci sia un fotografo o una telecamera.
Non avete alcun problema economico, avete aiuti in quantità, avete una figlia che ogni mattina può salutare TUTTI E DUE I GENITORI, alla sera siete tutti e tre a tavola. Non avete dovuto togliere per sempre un piatto, e il posto lasciato vuoto nelle nostre case, non lo conoscete.
Dovete in ogni istante ringraziare il buon Dio, per avervi miracolato Pasquale.
Forse, prima di fare certe affermazioni nelle interviste, sarebbe il caso di immedesimarsi nei nostri panni e sicuramente la visione della vita apparirà diversa…
Senza rancore….
AdeleADELE - 16/10/2009 - Caro Pasquale,
il mio vuole essere un messaggio propositivo. Lungi da me qualsiasi sentimento negativo nei tuoi confronti.
La frase che ti prego di non ripetere più nelle interviste (Corriere on line del
8/ 10/ 2009) è:
”…..poverini, quelli che sono morti, sono morti, ma chi sta soffrendo è il sottoscritto….”
Ti chiederei gentilmente che questi sfoghi fossero limitati nel chiuso della tua casa con la tua paziente Teresa. Ti do ragione, la tua vita è un calvario, però come ci siamo più volte detti, Dio ti ha miracolato dandoti con la tua Croce da portare, anche l’esempio da offrire a tutti noi i cui figli o mariti non sono più.
Tu al di là di tutto, vedi la gioia o la delusine negli occhi di tua figlia Anna che sta entrando nella società degli adulti con i suoi successi con i suoi problemi quotidiani, e i nostri figli?......con tutta la Fede che credo proprio di avere, mi chiedo spesso dove siano spariti!
Tu sai che due nostri bambini, non hanno neppure conosciuto il loro padre e molti altri hanno dei poveri ricordi.
Non per questo mi sento di giudicare il miracolo toccato a te, anzi, vedentoti e pensandoti provo sofferenza.
Forse Pasquale hai accanto qualche amico che tale non è. Cerca di selezionare ciò che ti si dice, lo so io che lo sai fare benissimo!
Senza rancore da parte mia e sono certa anche da parte tua, con amicizia
GiovannaGiovanna - 16/10/2009 Sono pienamente d´accordo con tutti i pensieri scritti.
Mi piacerebbe solo che Pasquale provasse ad essere nei nostri panni anche per poco tempo e provare cosa significa trovare conforto nel parlare, chiedere consigli e piangere davanti ad una fotografia, portare solo dei fiori sopra una tomba e vedere se ne fosse sollevato.
Sono le uniche cose che ormai noi mogli, genitori e figli possiamo fare per i nostri cari!!!
L´unica cosa che secondo me dovrebbe fare è ringraziare Gesù tutti i giorni per avergli dato la possibilità di continuare a vivere, nonostante tutte le sue sofferenze (e non ne dubito), e quel finanziere che quel maledetto giorno, che a tutti noi a stravolto l'esistenza, ha fatto un gesto meraviglioso salvandogli la vita. Forse eviterebbe di dire certe frasi a sproposito!
Un caro saluto a tutti
MARZIA - 30/10/2009- Apprendo sbigottita dal forum del Comitato 8 Ottobre di interventi di reazione all’intervista resa da Pasquale al Corriere On Line.
Lo stupore iniziale dettato dal livore manifestato nei confronti di tutta la mia famiglia, oltreché il dolore provocato dalle parole così ingiustamente utilizzate, ha poi ceduto il passo ad una più serena ed approfondita riflessione.
Le affermazioni di Pasquale, fatte in un momento assai particolare, possono indubbiamente aver ferito i più e di ciò, sinceramente, sono profondamente dispiaciuta.
Posso tuttavia assicurare che quelle frasi sono state pronunciate forse con superficialità, ma sicuramente senza alcuna mala fede, spirito polemico o acredine nei confronti di chicchessia.
Purtroppo non posso dire altrettanto degli interventi sul forum, che sono stati, invece, assai violenti ed hanno coinvolto anche me e mia figlia, del tutto estranee all’intera vicenda.
Non intendo replicare a tutto quello che ho letto, in ossequio alla discrezione ed al contegno mantenuto in questi otto anni di quotidiano faticoso e doloroso calvario, che mi ha visto ogni minuto a fianco di mio marito nell’aspra e difficilissima battaglia per la riconquista di una vita il più normale possibile.
Aiuti di vario genere, attenzioni e soprattutto onorificenze da noi mai richieste, non potranno in alcun modo aiutare mio marito a guarire, né tantomeno mitigare le enormi sofferenze quotidiane mie e di mia figlia.
L’immane tragedia di otto anni fa ha segnato in maniera indelebile la vita di tutti noi e lanciare contumelie verso me e la mia famiglia non riporterà in vita i defunti, né aiuterà a lenire il dolore o far luce sulla vicenda.
Dispiace, pertanto, constatare come una vicenda che dovrebbe vederci uniti sia, invece, fonte di dissidio.
Divisioni e contrasti tra di noi sono elementi inutili e dannosi.
Perseguire su questa strada ci farà solo sentire più affranti e dolorosamente soli.
Teresa PadovanoTeresa Padovano - 17/11/2009 - Cara Teresa,
sono lieta che tu abbia letto anche il mio pensiero su come percepisco il modo con cui conduciamo le nostre vite.
Sono certa che a noi che ci è dato vivere con questa sofferenza, restano come ripari il pudore e la misericordia.
Ribadisco che disprezzo profondamente la specie umana che aizza in svariati modi gente semplice indirizzandola in percorsi senza ritorno.
Teresa, ci sono i precetti morali ed i valori etici, la scelta umana è imperfetta, è vero, ma proprio per questo anche dopo esserci scandalizzati, costi quel che costi, dobbiamo riequilibrarla. La vera intelligenza è il sapersi adattare alle condizioni che cambiano e tu ed io percorriamo la stessa strada e ne sappiamo tanto sull’argomento!
A te Lorenzo,
MammaGiovanna x Teresa - 19/11/2009