Sul Corriere della Sera di oggi, 30 ottobre, ho letto con molta soddisfazione l’articolo di Cristina Taglietti su Niccolò Ammaniti: mi sono sentita capita!.
Non so certo esprimermi come Ammaniti, ma provo le sue stesse emozioni guardando il mondo anche attraverso i mezzi d’informazione.
Si, confesso che a pagina 10 sempre sul Corriere – Pagine di Milano – ho letto la lista dei premiati dei Cavalieri del lavoro e mi ha molto rattristato l’uso che si fa da parte di “chi decide”, di un infortunato sul lavoro. Non credo che nessun altro in Italia possa competere con lui, neppure i suoi colleghi morti nel suo stesso incidente a Linate, l’8 ottobre 2001 e logicamente senza altro riconoscimento in più del dovuto alle loro famiglie.
Ora c’è un Cavaliere del lavoro a nome di Pasquale Padovano e io mi felicito con lui (non sono assolutamente ironica specie se la cosa è per lui curativa) però mi chiedo: “Com’è possibile che la saga della colpevole ipocrisia che ha prodotto la tragedia di Linate, continui ulteriormente con il suo unico superstite?”
Pasquale da solo, non può dirigere la recita, quale regista della scena pubblica è così senza cuore e etica da usarlo?
Il comportamento di ciascuno di noi deve rispettare noi stessi e il prossimo, solo così produciamo un effetto positivo soprattutto se si hanno responsabilità pubbliche!
Se sbaglio a farmi questi scrupoli spero di essere illuminata da qualcuno e in quel caso chiederò immediatamente scusa.
A te Lorenzo
Mamma
Giovanna - 30/10/2009
Risposte
Anch´io ho letto l´intervista a Niccolò Ammaniti e anch´io condivido i suoi pensieri sul mondo, oggi. E provo le stesse emozioni e faccio mie le riflessioni di Giovanna su questa, a dir poco, anomala ennesima premiazione di Pasquale. Premiazione sicuramente condotta sapientemente e voluta da qualcuno che usa la sofferenza, la semplicità, lo stordimento di un´improvvisa e inaspettata notorietà di una persona per meri fini .Politici? Oscuri? Giochi di potere? Che tristezza!!
