Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

UNA VERGOGNOSA SENTENZA

Carissimi
è trascorsa una settimana dal giorno della sentenza del tribunale di Milano.
Molti mi hanno chiesto perché non ho scritto un messaggio sul nostro sito, il motivo è che non avevo parole da aggiungere a quanto avevo già detto e sentivo il bisogno di un po’ di tempo per calmarmi e meditare.
Mia moglie Giovanna ed io abbiamo dichiarato di avere perdonato tutti, ma ciò non ha niente a che vedere con il percorso della legge stabilita da uomini che tutelano i propri simili
Davanti ad una sentenza come quella del 7 luglio mi sono sentito distrutto sia psicologicamente che fisicamente.
Non avevo più voglia di continuare la nostra battaglia per il raggiungimento dei nostri obiettivi: con grande fatica ho risposto ai giornalisti e con altrettanta fatica mi sono recato a Bari al meeting delle Associazioni dei familiari degli incidenti aerei da noi organizzato.
Ho avuto decine di testimonianze di supporto da amici, conoscenti e moltissime da persone sconosciute che mi hanno fermato per strada e mi hanno stretto la mano incoraggiandomi a continuare il nostro cammino.
E così eccomi qui a dirvi che ci sono ancora nonostante la vergogna di una tale sentenza che non aiuta certamente a migliorare la sicurezza, ma stimola gli addetti ai lavori a proseguire nel loro incarico con nullo senso di responsabilità, con la furbizia della peggior specie, ignorando che sugli aerei si trova materiale umano e non robots eventualmente sostituibili.
Quanto male mi ha fatto la dichiarazione del Presidente dell’ENAC On. Prof. Vito Riggio. Pur comprendendone la posizione mi rammarico del termine “soddisfazione” utilizzato nelle sue dichiarazioni per l’ assoluzione dei due dipendenti Enac. Ritengo sia un termine inappropriato da usare in questa circostanza: 118 persone sono morte. Forse che sia la solita leggerezza dettata da una routine che in questo settore non deve proprio esistere?
Purtroppo qui non ci sono ne' vincitori, ne' vinti:con questa sentenza e' l'intera comunità che ha perso, e non riesco proprio a vedere cosa ci possa essere di cui essere soddisfatti.
Un direttore d’aeroporto è soltanto un passacarte? ha uno stipendio basso? non è dirigente? ma allora non chiamatelo “direttore”!.....e la responsabilità è forse stabilita in base alla busta paga? Ma che parametri di giudizio ci sono per certi incarichi?
Continuo a chiedermi che cosa ci sia dietro ad un capovolgimento di giudizio così radicale!
Bene, ora lasciamo che la Corte della IV sezione di Milano goda il meritato riposo, senza più dover ascoltare quelle noiose relazioni tecniche delle quali si capiva quasi niente, in quelle aule roventi e con i microfoni che non funzionavano malgrado il nostro giudice si concentrasse ferocemente, ad occhi chiusi, elegantemente appoggiato allo schienale della sua poltrona.
BRAVI, BUONE VACANZE E CHE DIO VI PROTEGGA.
Un abbraccio a tutti.

Paolo Pettinaroli
14/07/2006