Al Sociale va in scena la tragedia di Linate
Il disastro di Linate, con un bilancio finale di 118 vittime, è il più grave incidente aereo mai avvenuto in Italia. L'8 ottobre 2001 un MD-87 della compagnia aerea Sas, in fase di decollo, entrò in collisione con un Cessna entrato erroneamente in pista a causa della fitta nebbia.
«Vogliamo giustizia» disse nel giugno 2002 Paolo Pettinaroli, quando fu eletto presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime.
Pettinaroli è padre di Lorenzo, che con Riccardo Gioacchini, Renato Cairo e Ola Boman è una delle quattro vittime lariane della tragedia. Assume così un significato particolare che aggiunge emozione a emozione la tappa comasca dello spettacolo-inchiesta Linate 8 ottobre 2001: la strage scritto dal giornalista Fabrizio Tummolillo e da Giulio Cavalli, interprete unico della pièce, in programma domani alle 21 al Sociale di Como (ingresso 20 euro).
«Lo spettacolo è un mezzo perché la gente possa capire, perché possa avere voce il mare di negligenze, irresponsabilità e interessi che niente hanno a che vedere con la sicurezza e l'incolumità di chi viaggia in aereo», ha dichiarato Paolo Pettinaroli. «Dire che fu un incidente è un eufemismo - dice Cavalli, che da un anno gira l'Italia con questo lavoro - Il teatro è l'unico modo, purtroppo, perché si possa capire meglio quanto successo. Ci siamo basati su un'analisi scrupolosa degli atti processuali, e la pièce è cresciuta con il procedere dell'inchiesta giudiziaria, che tra poco arriverà alla Cassazione. E questo è, io credo, l'unico modo per fare oggi 'teatro civile' in modo serio: scavare, sondare, ricercare, chiedere, investigare. Siamo perdenti rispetto alla tv, ma abbiamo il lusso di avere un pubblico vero ogni sera, che si interroga con noi su quella che è ancora una ferita aperta della storia italiana».
Lo spettacolo si snoda su due registri distinti: il piano narrativo, per raccontare la dinamica e contestualizzare la vicenda, e la ricostruzione documentaria dell'incidente. Due anche gli spazi messi in scena: la sala d'attesa e la torre di controllo.
«Vogliamo giustizia» disse nel giugno 2002 Paolo Pettinaroli, quando fu eletto presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime.
Pettinaroli è padre di Lorenzo, che con Riccardo Gioacchini, Renato Cairo e Ola Boman è una delle quattro vittime lariane della tragedia. Assume così un significato particolare che aggiunge emozione a emozione la tappa comasca dello spettacolo-inchiesta Linate 8 ottobre 2001: la strage scritto dal giornalista Fabrizio Tummolillo e da Giulio Cavalli, interprete unico della pièce, in programma domani alle 21 al Sociale di Como (ingresso 20 euro).
«Lo spettacolo è un mezzo perché la gente possa capire, perché possa avere voce il mare di negligenze, irresponsabilità e interessi che niente hanno a che vedere con la sicurezza e l'incolumità di chi viaggia in aereo», ha dichiarato Paolo Pettinaroli. «Dire che fu un incidente è un eufemismo - dice Cavalli, che da un anno gira l'Italia con questo lavoro - Il teatro è l'unico modo, purtroppo, perché si possa capire meglio quanto successo. Ci siamo basati su un'analisi scrupolosa degli atti processuali, e la pièce è cresciuta con il procedere dell'inchiesta giudiziaria, che tra poco arriverà alla Cassazione. E questo è, io credo, l'unico modo per fare oggi 'teatro civile' in modo serio: scavare, sondare, ricercare, chiedere, investigare. Siamo perdenti rispetto alla tv, ma abbiamo il lusso di avere un pubblico vero ogni sera, che si interroga con noi su quella che è ancora una ferita aperta della storia italiana».
Lo spettacolo si snoda su due registri distinti: il piano narrativo, per raccontare la dinamica e contestualizzare la vicenda, e la ricostruzione documentaria dell'incidente. Due anche gli spazi messi in scena: la sala d'attesa e la torre di controllo.
11/01/2008