Comitato 8 Ottobre - Per non dimenticare

Scoperto a Olgiate Olona una lapide che commemora le vittime della strage all’aeroporto milanese (8 ottobre 2001)

Olgiate e Linate unite nel ricordo

Nell’anniversario del disastro aereo del 1959 è stata scoperta la lapide che commemora le vittime della strage all’aeroporto milanese (8 ottobre 2001)

(vedi foto gallery)

 

Alle17.33 esatte in via 26 giugno arriva l’eco dei rintocchi della campana: nello stesso giorno e alla stessa ora, 52 anni fa, il volo TWA da Malpensa a Chicago si schiantava tra i boschi della valle.

 

Come ogni anno il Comune di Olgiate Olona, insieme al giornalista e scrittore Alberto Colombo, ha dedicato all’anniversario della sciagura un momento di preghiera e di ricordo, ma questa volta l’evento aveva una valenza in più: in occasione della commemorazione, infatti, è stata scoperta la lapide dedicata alle vittime della nostra tragedia (Linate 8 Ottobre 2001).

 

Numerosi membri del Comitato 8 Ottobre erano presenti alla cerimonia.

 

La celebrazione si è aperta alle 17 con un breve corteo che, dal municipio, ha raggiunto il monumento commemorativo di via 26 giugno; presenti, oltre al sindaco di Olgiate Olona Giorgio Volpi, il viceprefetto vicario di Varese Andrea Polichetti, che ha consegnato la medaglia del Presidente della Repubblica al primo cittadino di Olgiate, ma anche i rappresentanti delle forze dell’ordine, della parrocchia e delle associazioni locali.

Particolare commozione per la partecipazione all’evento di Antonio Monti, vigile del fuoco in pensione che fu tra i primi a intervenire sul luogo del disastro di 52 anni orsono.
Il sindaco Giorgio Volpi ha detto: “Sono felice che siano presenti molte persone, non soltanto le autorità e i parenti delle vittime ma anche cittadini comuni, e soprattutto i giovani delle scuole. Questo è un momento di memoria, ma la memoria di per sé non basta se non diventa un modo per imparare il vero valore della vita, che non è a disposizione dell’uomo malgrado il suo infinito desiderio di vivere”.

 

Dopo aver scoperto la lapide dedicata alle vittime di Linate, Vil sindaco ha consegnato un attestato con la medesima dicitura a Paolo Pettinaroli. “Bisogna trovare il coraggio di camminare nella tragedia senza perdere la speranza” ha detto, citando le parole di Carlo Maria Martini, il presidente del Comitato 8 ottobre, che ha poi aggiunto: “Abbiamo accolto il vostro invito non solo con la mente, ma anche e soprattutto con il cuore. Siamo commossi e onorati per il riconoscimento che ci date. Voi sapete bene cosa accade quando la vita ci costringe a queste esperienze: non ci è concesso cambiare la storia, ma possiamo pregare e onorare le vittime immortali. Oggi, per la nostra attività in favore della sicurezza, siamo invisi ad alcuni apparati, ma non siamo preoccupati né intimoriti, e crediamo di dover portare ancora avanti il nostro lavoro”.

La giornata si è chiusa con la premiazione dei ragazzi della terza media della scuola “Dante Alighieri”, ai quali è stato chiesto di realizzare un elaborato scritto ispirandosi all’avvenimento del 1959: la prima classificata e stata Alice Tascone (per la poesia “Uno sguardo al cielo”, mentre il secondo premio è stato assegnato a Debora Castiglioni, per la poesia “Nel cielo”, A Chiara Segato è stato aggiudicato il terzo premio con lo scritto in prosa “Certo, se l’avessi saputo”. Lo scritto di Chiara a ottenuto un premio speciale, assegnato da Alberto Colombo, per la capacità di calarsi nei panni di una delle vittime descrivendone le sensazioni e i pensieri. (pubblichiamo lo scritto qui di seguito)

 

 

CERTO SE L’AVESSI SAPUTO! di Chiara Segato

Certo se l'avessi saputo! Non mi sarei imbarcata... ero giovane e volevo vivere. Avevo tanti progetti e viaggiavo per realizzarli. Avevo fiducia nel progresso, nella tecnica, nell’aereo. Invece il destino mi ha teso un agguato. Volete sapere cosa si prova? Un misto di incredulità e di stupore, paura e rassegnazione. Improvvisamente ho rivisto in flashback tutte le persone più importanti, immagini fuggevoli che in pochi secondi mi hanno fatto rivivere ricordi, gioie e dolori. Un attimo dopo ero morte. Ho visto dall’alto le fiamme che si levavano da un luogo che non conoscevo. Così con l’aereo sono bruciate la mia giovinezza e i miei sogni. Quelli che mi conoscevano uno ad uno mi stanno raggiungendo. Un giorno ho sentito delle voci che rievocavano l’accaduto, il mio nome tra l’elenco dei passeggeri di quel volo. L’incredulità di essere morta. Qui non ci sono vivi o morti, il tempo è una dimensione che non esiste più. Veramente sono passati più di cinquant’anni? C’è ancora qualcuno che tra i vivi ricorda quel giorno, le fiamme che scendevano dal cielo e poi si levavano alte dal fondo della valle? Se fossi morta nel mio letto non avrei avuto così tanta popolarità. Così come i miei compagni di viaggio, “I 70 immortali”. Qui non esiste il dolore, perciò, se dovete ricordarci, fatelo con serenità. Doveva andare così, era scritto. È stato solo il clamore dell’evento che ci ha reso particolari. Morire è naturale quanto crescere, sapete. Le mie ceneri da tempo sono tornate nel ciclo della vita, non state ricordando solo una morte, ma una rinascita. Oggi grazie a voi sono tornata ad avere un nome e un cognome, un volto, una storia. Mi è piaciuto che ci abbiate chiamati “I 70 immortali” e soprattutto sono contenta che la celebrazione del disastro non sia stata solo un momento di malinconia e commozione doverose da parte di tutti gli intervenuti, ma anche un’occasione di solidarietà “viva” e attuale.

 

    Olgiate Olona - 28/06/2011