Intervento di P. Pettinaroli , H. Ephraimson e S. Schmitz
Erano le 8,30 del 08 ottobre 2001 quando un mio collaboratore mi ha informato che a Linate c`era stato uno incidente aereo. Eravamo tutti ancora sotto lo shock dell 11 settembre e temavamo che in quei giorni succedessero altri attentati dato che la guerra in Iran era agli albori. Mi sono collegato ad internet e dalle prime informazioni si capiva che uno dei due aerei in questione era un aereo della SAS diretto a Copenhagen sul quale c`era anche mio figlio, da quel momento ho cominciato a chiamare il cellulare di mio figlio ma la risposta la sto` ancora inseguendo oggi. Mi trovavo in quel momento fuori Milano ed ho avuto tantisse difficolta` a poter ristabilire una connessione con qualsivoglia organizzazione comunale, aeroportunale o di compagnia aerea. Non e` stata istituita nessuna linea telefonica preferenziale e quella della Prefettura era praticamente irraggiungibile. Mia nuora e` partita immediatamente dal suo ufficio per recarsi in aeroporto, ma non e` rtiuscirta a raggiungerlo in tempi brevi perche` tutta l`area adiacente all`aeroporto era bloccata e non si e` pensato ad organizzare una corsia di emergenza per i familiari delle presunte vittime. Da quel momento e` cominicato il calvario di centinai di persone che si sono recate a Linate per capire quanto era successo ai loro cari. Nessuno dava informazioni, i messaggi che dava la televisione erono discordanti. C`era lo smarrimento totale. Quando sono giunto all`aeroporto mi sembrava di essere entrato in un girone dell`inferno. Gente affranta, disperata, occhi gonfi di pianto, urla di disperazione, gente stordita dalle goccie di tranquillanti distribuite dalle Crocerossine, poi il direttore dell`aeroporto con pochissimo tatto e sensibilita` ha annunciato che non poteva dare alcuna informazione e che stavano tentando di estrarre dai rottami delll`aereo quanto estraibile. Ormai eravamo giunti al primo pomeriggio e la Task force degli angeli della SAS ha iniziato il penoso lavoro di assistenza psicologica e morale dei familiari. Un lavoro stressante, difficile e alcune volte impossibile da realizzarsi per il grande sentimento umano che queste persone davano a quei poveri disperati. La Croce Rossa presente sin dalle prime ore ha svolto un ruolo di primaria importanza. Poi l`agghiacciante notizia. Tutti morti. La gente non voleva lasciare l`aeroporto senza portare con se i bagagli e gli effetti personali dei loro cari. Nessuno si rendeva conto in che stato l`aero fosse e di quante difficoltava comportava l`operazione di recupero dei bagagli.
Il griorno dopo e` iniziato il pietoso compito del riconoscimento delle salme. Alcune riconoscibili, altre ridotte a pezzi di carbone. La macchina organizzativa del comune di Milano si e` dimostrata poco efficente, lenta e non preparata ad affrontare simili tragedie.
La rabbia dei familiari per non poter avere subito i bagagli era grande e la gente non riusciva a comprendere la difficolta` di non poterle recuperare. Purtroppo sono state date diverse informazioni errate. La prima e` stata che i bagagli sarebbero stati restituiti entro 5-6 giorni. Nel frattempo si e` costitutito il comitato 8 ottobre per non dimentiacare che ha riunito i familiari delle vittime e li ha assistiti in tutte quelle formalita`, tante e complicate, che erano richieste in quel periodo.
Solo a meta` dicembre la SAS mi ha invitato ad andare a Londra presso la Canyon a visionare l`organizzazione e il processo di abbinamento degli oggetti ritrovati nell`aereo. Devo dire che la Canyon mi ha riservato un trattamento delicatissimo, mi hanno accolto all`aeroporto e prima di andare nei loro magazzini, mi hanno intrattenuto al bar di un albergo dove mi hanno preparato pscicologicamente a quanto avrei visto poco dopo. Devo dire che questo e` stato uno dei momenti piu` difficili che ho dovuto affrontere in questa tragedia. Ero molto emozionato ed avevo paura di entrare in quelle sale e vedere quanto era rimasto degli effetti personali dei viaggiatori. Il colpo piu` grosso l`ho subito quando ho visto il bagalgio di mio figlio, devo pero` dire che tutto era pulito e ordinato anche il piu` piccolo pezzetto di carta era fotografato e catalogato e tutto veniva svolot con il grande rispetto del dolore. E` stata esperienza unica pesantissima ma doverosa, perche` era il mio compito dover capire, vedere e informare i mie compagni. Subito dopo abbiamo riunito il comitato a Milano e con la collaborazione dei signori Robert Jensen COO della Canyon ho spiegato quanto avevo visto, l`amore e la cura che si stava dedicando agli oggetti personali dei nostri cari e la motivazione per la quale avremo dovuto aspettare altri mesi prima di poterli ricevere. Finalmente a Marzo i primi bagagli sono stati consegnati, accompagnati da un libro `unassocciated items`. Ricordo la signora Evi Volpato con alcune sue collaboratrici che ogni giorno viaggiava tutta Italia e all`estero, (e` andata sino in Australia) per consegnare personalmente gli oggetti personali. Compito atroce, pesantissimo e difficilissimo specialemente per chi come queste persone ha vissuto e sofferto fin dal primo momento questa tragedia, credo che tutti noi non potremo mai dimenticare la delicatezza e l`umanita` con la quale ci veniva consegnato quanto rimaneva degli oggetti dei nostri cari. Ormai il ricordo di quanto accaduto cominciava lentamente ad affievolirsi nelle nostre menti o comunque avevamo imparato a metterlo un po da parte in un angolo del nostro cuore affinche` la vita potesse proseguire piu` o meno regolare. La distribuzione dei bagagli e` stata un`altro colpo al cuore, che ha riaperto molte ferite. I bagagli sarebbero dovuti essere stati consegnati entro dicembre e non piu` tardi. Questo lo ritengo un fatto molto negativo che deve essere assolutamente migliorato per il futuro.
Quando si devono affrontare tragedie come queste, non c’è altro che una grande alleanza basata sulla solidarietà.
Qui vorrei dedicare un pensiero alla stupenda ed efficace organizzazione che la SAS ha messo in atto. In pochissime ore ha preparato una mergenxy room presso la loro sede di Milano in cui persone altamente qulificate ricevevano ed assistevano i familiari delle vittime con grande delicatezza, sensibilita` ed amore.
Ha Immediatemente istituito un numero verde che e` tutt`oggi in funzione per dare una immediata assistenza a chi in qualsiasi ora del girno e della notte ne avesse bisogno.
SAS ha richiesto la collaborazione dell`Alitalia ( ASSIST) che ha dimostrato umanità,ed altruismo verso le famiglie delle vittime che non può essere risassunto in poche parole ne può essere descritto in nessun tipo di manuale di emercgenza nei disastri.
1° Simposio Mondiale di Houston - 12/10/2003