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La fondazione
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Pensieri:
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"Ogni 8 ottobre, più che in ogni altro giorno, rivivo tutto. Non sono un parente, ma per tutto il tempo mi sono sentito tale. Il colpo assordante, la nebbia che si dirada a malapena lasciando intravedere ad ogni metro che percorrevamo per raggiungere l'aereo ciò che non credi possa accadere mai, ma solo in una scena di un brutto, orrendo film. Ho partecipato con i miei superiori ad alcuni accertamenti, con i miei colleghi e il personale dell' Aeronautica Militare di Linate abbiamo accolto con un senso di innato rispetto, un misto di schock , incredutlità , dolore e tante sensazioni che non si potranno mai descrivere ma che rimangono dentro per sempre. Ero lì quando il mio Capitano, salendo le scale del circolo ufficiali diede l'annuncio che i vostri cari erano...non voglio ripeterlo, perchè non li conoscevo, ma li ho conosciuti tramite voi e quella assurda tragedia che in un modo o nell'altro ci ha uniti e in un modo e nell'altro ci ha cambiati tutti,per sempre, profondamente. Non abbiamo dormito, mangiato , non ne sentivamo l'esigenza. Contava essere con Voi. Io avevo la cameretta di fronte l'hangar dove erano i vostri congiunti e non riuscivo a staccarmi da lì e, sentivo cheper quei momenti casa mia era con voi. Ora vivo in e lavoro provincia di Lecce, non riesco mai a venire a Linate nel parco, ma in fondo non me ne sono mai andato, così come tutti loro li sento vivi. Purtroppo la stampa dimentica e mi fa male, perchè non si cerca pubblicità, ma è giusto non scordare, perchè erano, sono figli della nostra Italia, sono i nostri cari.
Mi chiamo NAPOLITANO Andrea, all'epoca Carabiniere Scelto, ora Appuntato Scelto. Nonostante sia stato un momento tragico quello che ci ha uniti, nonostante non sia uno dei famigliari, mi sento partecipe del dolore sempre.
Sempre e ovunque, li porto dentro, vi porto dentro.
Vostro, Andrea
napo.andrea@outlook.it"Andrea Napolitano -
"Quattordici anni fa. Entro in laboratorio a Frosinone, non faccio in tempo ad accendere il PC che arriva la telefonata di mio fratello comunicandomi della tragedia di Linate. Aveva chiamato papà sul cellulare e non rispondeva.
Mi collego al sito del Corriere e l'immagine di quell'aereo spezzato in due rimane impressa sullo schermo e nella mia mente, per sempre.
Ma la speranza non accetta la drammaticità dell'evidenza: lui era seduto al posto 6D, davanti, dove la fusoliera sembra intatta. Il primo articolo afferma che forse ci sono superstiti. In uno stato di trance mi avvio verso il parcheggio, saluto i cari colleghi amici Claudio e Patrizia dicendo che sarei partito per Milano, e percorro quei seicento km in autostrada come un automa, la radio accesa, la speranza che non muore.
L'inadeguatezza della povera Italia, della misera direzione di Linate alimentano questa speranza fino alla fredda, sprezzante frase che un addetto alle "comunicazioni" si lascia sfuggire di fronte ai parenti in attesa all'aeroporto: "tanto sono tutti morti".
La frase arriva dopo ore, senza preavviso, gela la speranza e fa esplodere la rabbia.
Quella rabbia che ci ha accompagnato per lungo tempo, prima che l'amore costruito dal nostro caro presidente Paolo Pettinaroli grazie al suo comitato la trasformasse in energia, in forza perturbante a scuotere l'indifferenza, a tentare di scardinare lo scaricabarile (sport preferito della politica), ad assicurarsi che nessuno dimentichi, e che nessuno più debba vivere momenti simili.
Rabbia, forza, energia, competenza, costanza... questo hai costruito di grande caro Paolo. Hai davvero dato la vita consumando la voce, il tuo corpo logorato dalla malattia... ma hai creato un legame indissolubile tra noi familiari, ci hai permesso di andare oltre il dolore, di farci forza a vicenda, di vivere momenti indimenticabili insieme, come l'incontro col Papa, la visita a Stoccolma, e gli annuali incontri al nostro Bosco dei Faggi.
Ad aprile hai raggiunto i nostri 118 angeli che come te erano professionisti nel loro lavoro, combattevano l'irresponsabilità e la superficialità.
Senza il Comitato la nostra vita sarebbe stata diversa e, vogliamo credere, molte altre vite che abbiamo contagiato e continuiamo a contagiare con la nostra memoria e il nostro impegno.
Grazie Presidente ora sei vicino a quegli aerei che sono potuti decollare, vegliali da vicino, qui a terra la Task Force continua il tuo grande lavoro.
"pietro -
"Caro Paolo, quanto ci mancherai domani... Sarà strano non vederti, non abbracciarti... Ma mi consola l'idea che tu sei finalmente sereno accanto al tuo Lorenzo. Domani ti sentirò con noi, come da 14 anni sentiamo tutti i Nostri Angeli.... "
Francesca
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"Non ci è concesso cambiare la storia gia' accaduta.
L'unica cosa che ci è concessa di fare,
è pregare e onorare le 121 vittime immortali
facendo memoria.
Paolo, sorridici sempre e aspettaci li."Giuseppe Conte